giovedì 22 gennaio 2009

FORZA CONCHETTA

non ho notizie precise, ma stanno sgomberando il Cox 18 a Milano, "Conchetta".
Conchetta ha ospitato la WAH più volte, un grande esempio di ciò che si può fare.
li stanno sbattendo fuori in queste ore.
gesto incompetente e vile.
l'unico link che posso darvi è quello dello streaming di Radio Popolare che cerca di seguire lo sgombero.
http://www.radiopopolare.it/poplive/diretta/

forza Conchetta.

giovedì 15 gennaio 2009

risolvere le questioni

bisogna risolvere la questione del mio scrittore preferito.
è un’ossessione ormai. nell’arco di una giornata, son più le volte che penso al mio scrittore preferito delle le volte che penso alla mia fidanzata.
siccome al momento non ho una fidanzata, non è poi neppure così difficile.
oppure ce l’ho, una fidanzata?
io non lo so se ce l’ho una fidanzata, per la prima volta in vita mia non lo so, di solito ce le ho sempre avute, le fidanzate. pieno di fidanzate. adesso non so mica. forse sì. forse no.
comunque.
questa questione del mio scrittore preferito bisogna proprio risolverla.
perchè io me ne accorgo, di scrivere in maniera simile a come scrive lui.
lui scrive meglio ma vorrei ben vedere, io sono un musicista, lui è uno scrittore.
se facciamo una gara di assoli di Van Halen vinco io, almeno credo, dovrei ripassare un po’, se facciamo una gara di scrittura vince lui, sono sicuro.
e dire la verità gli assoli di Van Halen non li ho mai saputi, so solo il pezzo in tapping di Eruption, è da vent’anni che so solo quello. no. no non è vero, sapevo anche l’assolo della videocassetta del concerto Right Here Right Now,mi pare si chiamasse così, che c’è quella parte col delay in cui Van Halen suona solo i legati con la sinistra, hammer-on si chiamano quei legati lì, e con la destra usa la manopola del volume che fa effetto violino, è tutto un grande arpeggione di accordi maggiori, mi pare. poi finiva con una parte di armonici artificiali, sapevo pure quella.
comunque.

prima ho chiamato la mia assistente, che adesso qui in Lady Lovely abbiamo pure un’assistente, le ho detto Sai che avevo scritto al mio scrittore preferito se si poteva fare parte di quella rivista letteraria lì in cui bazzica lui? bene mi ha risposto, mi ha dato l’indirizzo a cui spedire le cose. non vuol dire niente, ma è sempre un inizio.
lei mi fa, la mia assistente, Se vuoi ti aiuto a scegliere i racconti e ti faccio un po’ da editor, che sono un editor furbetto io, bisogna essere furbetti a scegliere le cose.
a parte che furbetto è diminutivo di furbo, quindi tra le righe la mia assistente mi ha poi detto che io non sono furbo, a casa mia il contrario di furbo è cretino, in buona sostanza la mia assistente mi ha poi dato del cretino, ma non stiamo qui a sindacare.
poi mi dice Però bisogna risolverla questa cosa dello stile, tu devi crearti uno stile più personale, che così come scrivi, se uno ti legge non può che pensare al tuo scrittore preferito, e non è bello. intendeva dire non che non è bello il mio scrittore preferito, intendeva dire che non è bello che leggendo me venga in mente un altro, dovrei venire in mente io, leggendo me.
io le ho detto Ti racconto una cosa, se non te l’ho già raccontata, se te l’ho già raccontata pace.
come il mio professore di filosofia al liceo che quando voleva dirci qualcosa cominciava sempre così Vel’ho detto? Non ve l’ho detto?
solo che non diceva mai cosa, ci siamo sempre chiesti come facevamo a sapere se ce lo aveva già detto o se non ce lo aveva ancora detto.
Vel’ho detto? Non Ve l’ho detto?
beh insomma.

io quando scrivo non copio mica lui. mica cerco di scrivere come lui.
lui il mio scrittore preferito dico, non il mio professore dei filosofia del liceo.
io scrivo come mi viene. e da quando ho scoperto lui mi son detto Guarda qua, guarda questo che finalmente fa esattamente quello che ti piace, quel ti verrebbe da fare a te, se fossi capace, quello che insegui da quindici anni, anche venti.
allora io l’unica cosa che posso dire a mia discolpa, che anche io uso tutte queste ripetizioni, e tutte queste strutture che fanno il girotondo, e che mi ficco in un discorso dentro l’altro che sembra che non ne esco poi infatti a volte non ne esco, io tutte quelle cose lì, con meno consapevolezza di adesso, cioè nessuna consapevolezza, le facevo già al liceo. non me le sono inventate adesso.
e mi ricordo che le mia professoressa di italiano mi diceva, al liceo, Tu scrivi in musica.
Come sarebbe, le dicevo, Scrivo in musica.
e lei mi diceva Si vede che fai musica, anche quando scrivi fai musica, e io dicevo Ah si? e perchè si vede?
mi diceva Perchè ripeti sempre le stesse cose, che però non sono delle ripetizioni, sono come dei ritornelli, come dei ritornelli nelle canzoni.
Tu non scrivi dei temi, mi diceva, Scrivi delle canzoni ci metti dei ritornelli.
alla fine ho detto alla mia assistente Vedi come è piccolo il mondo, questa professoressa l’ho ritrovata su Facebook da poco, le ho chiesto cosa ne pensava dei miei racconti mi ha detto Se pubblichi te lo faccio io, l’editing. Gratis, ha aggiunto.
oggi è domenica, venerdì ho scoperto di essere sotto in banca, quindi quella parola lì Gratis, che solitamente la trovo brutta, invece oggi che è domenica mi sembra bellissima. senti come suona bene. Gratis.
vicino a Editing, poi. Editing Gratis. suona benissimo. vanno a braccetto.
ecco.
quindi non è che me lo sono inventato adesso.
quando facevo il liceo il mio scrittore preferito era ancora lì a studiare Chlebnikov, non pubblicava mica. credo. non lo so, dovrei controllare non ho voglia. no forse ho detto una puttanata. chi lo sa.
comunque sempre ammesso che sia vera anche tutta quella storia di Chlebnikov, ma secondo me è vera.
io Chlebnikov non sapevo neppure chi fosse, l’ho dovuto guardare su Google. una vergogna.
poi mi è venuto in mente che c’era una mia fidanzata al liceo, si chiamava E., non era nella mia classe ma aveva anche lei quella stessa professoressa di italiano, ecco lei ha poi studiato letteratura russa, lei sicuramente qualcosa ne sa, di Chlebnikov. e per lei scrissi uno dei miei primi racconti, credo si chiamasse La bicicletta rossa, eravamo al liceo, appunto.
vedi com’è tutto un trigo?
ho controllato, Trigo non è italiano, è piemontese, vuol dire intrigo.

come ultima cosa mi viene da pensare che spesso mi dicono che nei testi delle mie canzoni ci sono troppe parole, che secondo me non è vero, però me lo dicono. mi dicono che son troppo lunghi, che sembran dei temi, che secondo me non è vero però me lo dicono. e secondo me non era neanche vero che i miei temi sembravano delle canzoni, però me lo dicevano.
allora mi viene da pensare Ma se scrivo dei temi che sembrano delle canzoni e delle canzoni che sembrano dei temi,sarà mica per quello che io venerdì sono andato sotto in banca?

mercoledì 14 gennaio 2009

la classifica dello stato

in ordine di successo riscosso, dopo quello con su scritto Pollo ai peperoni, è piaciuto tantissimo l'aggiornamento di stato con su scritto Piedi freddi.
o che piacciono gli aggiornamenti di stato che iniziano con la lettera P.
oppure io non lo so, qual'è il trucco degli aggiornamenti di stato.
alcuni vanno tantissimo.
un mistero.

domenica 11 gennaio 2009

il senso di colpa delle origini

poi mi faccio dei problemi, a volte, che non esistono.
un attimo prima non esistono, poi nel momento in cui me li facccio, diventano problemi.
ad esempio una volta avevo mandato un pacco al mio scrittore preferito, gli avevo mandato un cd del mio gruppo WAH Companion che si intitola Quasi tutto liscio.
perchè gliel’ho mandato? perchè era un dono.
han bisogno di spigazione, i doni? no.
una volta sul treno ho visto una ragazza molto carina, ho preso un foglietto nella borsa c’ho scritto Che carina! solo quello, Che carina! col punto esclamativo, e basta, niente firme, numeri di telefono, niente. poi siamo scesi dal treno l’ho inseguita Scusa, le ho detto, tieni questo è per te, le ho dato il bigliettino, le ho detto Buona giornata, Grazie, mi ha detto lei.
ecco, quel dono lì, aveva bisogno di una spiegazione? no.
poi ho scoperto sei mesi dopo che quella ragazza lì molto carina che avevo incontrato sul treno, era fidanzata da un sacco di anni con un mio amico, e stanno ancora insieme. qualche volta ci vediamo in giro, non ci siamo mai detti nulla di quella cosa lì del treno e del bigliettino.
era un dono e basta. non c’era mica niente sotto.

tornando a prima, perchè ho mandato un cd del mio gruppo WAH Companion che si intitola Quasi tutto liscio al mio scrittore preferito?
perchè secondo me quello è un bell’album, e l’ho fatto io, allora ho pensato, a me leggere quello scrittore lì mi fa stare talmente bene, gli mando in cambio della musica fatta da me, magari, sarebbe bello, magari lo fa stare bene.
che poi stare bene, Quasi tutto liscio non è che faccia stare proprio bene, però insomma è bello, secondo me delle emozioni te le può anche dare, un album come Quasi tutto liscio della WAH Companion.
poi gli ho anche scritto una mail, gli ho scritto Comunque io non faccio solo rock, faccio un po’ di tutto, il giorno che vuoi musicare delle robe, qualunque roba, un racconto, una poesia, un film, sappi che io mi ci dedico volentieri. anche se a me, a pensare come può venire una sua roba musicata, e soprattutto musicata da me, l’idea mi fa un po’ cagare, ma questo è secondario, e soprattutto non c’è motivo per cui lui lo sappia.

sempre il mio scrittore preferito bazzica, non ho capito in che misura ma alcuni dettagli mi fanno intendere in misura massiccia, lui bazzica anche in una rivista letteraria nata da poco che si trova anche in libreria distribuita da un editore interessante. questo è quello che dicono quelli della rivista sul loro sito della rivista, io in libreria invece non l’ho mai trovata. non l’ho mai neanche chiesta in effetti, che per me chiedere le cose in libreria è come chiedere indicazioni quando son per la strada, lo faccio solo se non posso farne a meno, che mi crea dell’ansia chiedere i libri, oppure le strade. mi vergogno.
comunque.
siccome adesso mi son messo in testa che voglio farne una versione cartacea, del Blog, che poi è una contraddizione in termini, ma insomma voglio pubblicare, mi son detto Chiediamo un po’ al nostro scrittore preferito come si fa a fare parte di quella rivista lì.
allora ho aperto l’applicazione Mail e ho scritto al mio scrittore preferito, gli ho scritto Ma se un musicista che scrive racconti brevi, che quello sono poi io, non gliel’ho specificato ma direi che si capiva, se questo musicista vuole pubblicare su quella rivista lì, pecca di presunzione?
adesso aspettiamo, vediamo se risponde.

poi ho schiacciato Invia, appena ho fatto Invia si son creati quei problemi che dicevo all’inizio, che prima non c’erano poi son diventati dei problemi.
ho cominciato a pensare Ma non è che adesso che ho chiesto una cosa su quella rivista, adesso lui pensa che prima gli ho mandato un cd, non è che adesso pensa che è uno scambio di favori che mi deve, che io ho cercato come dire di intortarlo, e che io mi aspetto che lui con me sia carino perchè gli ho fatto un dono?
ecco io penso che queste cose siano frutto di un senso di colpa ingiustificato riguardo alle mie origini, alle origini di mio padre, io penso che se di cognome facessi Pautasso, anzichè Catania, io penso che certe puttanate non mi verrebbero manco in mente.

giovedì 8 gennaio 2009

pollo ai peperoni

uno scrive dei racconti bellissimi non lo caga nessuno, poi scrive Pollo ai peperoni, ha un feedback micidiale quelle frase lì, su Facebook.
un successone. Pollo ai peperoni.
vediamo se funziona anche qua.

Pollo ai peperoni.

ecco.
adesso aspettiamo.

tre cose

una.
sai cosa è bello? quando arrivi a casa dopo dieci giorni che sei via, che arrivi alle undici di sera dopo che viaggi dall’ora di pranzo e hai preso due moment, quelle volte che per entrare in casa passi dal giardino la neve ti arriva sopra le ginocchia, che non capita mai, ma quelle volte capita, allora prendi un rastrello liberi un po’ il melo, il pesco, l’albicocco, il melograno, il kiwi, sembra quasi l’Eden solo con più neve, sai cosa è bello di quelle volte lì?
è bello che poi entri in casa ti togli gli anfibi, ti togli i pantaloni, ti togli l’impermeabile, ti togli il cappello, ti togli i guanti, ti togli le calze, ti togli il maglione, ti metti gli zoccoli di legno, apri il frigo c’è pieno di roba.
apri la credenza c’è pieno di roba anche nella credenza.
allora cominci a pensare Vediamo, cosa mi faccio...
potrei farmi un cavolo fritto... oppure potrei farmi un fico secco...
oppure mi faccio aria calda, o un corno inglese, una merda al vapore, un cazzo di niente, una minchia bollita, oppure mi faccio uno zero tondo, un uovo invisibile, oppure pane burro e marmellata però senza il pane e senza il burro, oppure latte coi cereali però senza il latte.
restano due possibilità una pasta alle quattro paste, come la chiamava Josh, oppure una minestrina col dado.
mi son poi fatto la minestrina.

due.
mio fratello è partito la settimana scorsa torna a fine mese, è andato a suonare in tutta Europa, fanno una roba tipo venti concerti in ventitrè giorni, una roba così.
suona il basso, mio fratello.
alla fine sta via quasi un mese in tutta Europa, prima mi è venuto da pensare Va bene la mamma, che sta un mese senza mamma, va bene il papà, che sta un mese senza papà, va bene io, che tanto non ci sentiamo mai, va bene la fidanzata, che vivono insieme devono stare un mese senza vedersi, va bene i pesci nell’acquario, che loro c’hanno i pesci nell’acquario, c’hanno anche l’anemone di mare che se cerchi sul dizionario ti dice di guardare Attìnia, comunque anche l’anemone sta nell’acquario, va bene il gatto, mo c’hanno pure un gatto, insomma va bene tutto, ma io prima mi sono chiesto Ma un mese senza Facebook, come cazzo fa?

tre.
c’era una mia fidanzata una volta, aveva un modo di dire che mi piaceva tantissimo. poi più che un modo di dire, era un modo di scrivere. che all’inizio quando stavamo insieme, o ancora prima quando non stavamo ancora insieme, ci scrivevamo tantissimo, e lei aveva questo modo di dire, questo modo di scrivere, insomma aveva questo intercalare che mi piaceva tantissimo.
forse mi ero innamorato di lei anche un po’ per quello, che quando chattavamo, che chattavamo spesso, oppure quando mi mandava delle mail al mio indirizzo di posta elettronica, lei ogni tanto se c’eran delle cose che si rendeva conto che erano un po’ così, ma che lei non ci poteva fare niente perchè eran più forti di lei, a un certo punto scriveva Eh oh.
solo quello. Eh oh.
e voleva dire tutto tipo appunto Eh oh, è così, prendi e porta a casa.
adesso non mi vengono degli esempi, ci dovrei pensare un po’ su. Eh oh.
tipo così.
allora l’altro giorno camminavo, son passato davanti a un’edicola, c’era uno di quei cosi che mettono per terra le edicole coi titoli dei giornali locali, quei triangoli che stanno in piedi da soli con dei gran titoli scritti.
c’era scritta una cosa cosa talmente bella che io per ricordarmela ho preso il mio telefono cellulare, potevo farci mille cose ormai, col mio telefono cellulare, per immortalare una frase. potevo farci una foto con la mia fotocamera digitale principale, che ha una definizione di un sacco di megapixel. potevo farci una foto con la mia fotocamera digitale secondaria, che ha una definizione di pochi megapixel. potevo farci un filmato, potevo farci. potevo scrivermi un sms. potevo scrivere una nota sull’agenda digitale. invece no, alla fine ho usato Registratore, un piccolo software che registra dal microfono incorporato, un po’ come faceva quella vecchia utility di windows un sacco di anni fa, si chiamava Registratore di suoni, non so mica se esiste ancora. alla fine ho registrato la mia frase sembravo un manager.
poi combinazione arrivo a casa trovo questa mia ex fidanzata in chat, non la trovo mai, questa volta invece si, e le dico Senti un po’ devo scrivere una cosa ma devo assolutamente sapere, quando uno dice Eh oh, poi come lo scrive? Cioè tu come lo scrivevi, che come lo scrivevi tu era perfetto rendeva benissimo l’idea di tutto quello che volevi dire?
e lei mi ha scritto Eh oh.
Va bene grazie, le ho scritto io, Non sapevo se ci volevano le acca, se ce ne andava una sola, la prima, la seconda, o tutte e due.
No perchè ti spiego, adesso poi scrivo un pezzo perchè prima son passato davanti a un’edicola, c’era uno di quei cosi che mettono per terra le edicole coi titoli dei giornali locali, quei triangoli che stanno in piedi da soli con dei gran titoli scritti.
c’era scritto
Rapinato del Rolex mentre porta a spasso il cane.
a me mi è venuto da dire, bello forte, Eh oh.

venerdì 2 gennaio 2009

è l’idea, che conta. del pompino.

una roba che mi fa tristezza è quando le ragazze che frequento mettono un veto anticipato sull’esito della serata.
tempo fa frequentavo una ragazza, c’eran delle volte, tipo alle feste, oppure ai concerti, oppure quando facevamo tardissimo con degli amici, oppure eravamo in città in qualche locale, quelle volte lì, non tutte, ma alcune di quelle volte lì lei metteva il veto anticipato e diceva Oh, dopo a casa io dormo eh!
io questa cosa non l’ho mai capita continuo a non capirla.
come si fa a mettere un veto anticipato, io non lo capisco. a me non viene, da mettere dei veti anticipati su delle questioni così.
Oh, dopo a casa io dormo eh!
mi vien da dire Ma che ne sai, aspetta, vediamo, magari dormiamo, magari no.
invece no. categorico. Io dormo, come dire Io dormo, Te, fai un po’ quello che vuoi, se vuoi leggere, se vuoi suonare la chitarra, se vuoi farti una sega.

prima di quella ragazza lì frequentavo un’altra ragazza, c’eran delle volte, tipo
quando facevamo tardissimo con degli amici, oppure alle feste, oppure eravamo in città in qualche locale, oppure ai concerti, quelle volte lì, non tutte, ma alcune di quelle volte lì anche lei metteva il veto anticipato e diceva Oh, dopo a casa io dormo eh!
che da un lato, se vogliamo vederne il lato bello, magari vuol anche dire che non è una cosa da nulla, non è una cosa sbrigativa ma è una cosa impegnativa, che ci si impiega del tempo e delle energie, e un po’ magari questa cosa mi fa anche onore.
dall’altra io questa cosa non l’ho mai capita continuo a non capirla.
ad esempio che ne so, è capodanno, son le 3 di mattina, sei casa di amici tutti attorno alla tavola, una bottiglia di grappa che gira, il camino acceso, c’è una bella atmosfera in quel momento lì, e in quel momento lì, che c’è una bella atmosfera, la ragazza che frequenti ti fa, davanti a tutti, Oh, dopo a casa io dormo eh!
a parte che i tuoi amici non dicono nulla perchè magari anche loro han frequentato delle ragazze che alle feste dicevano che dopo loro a casa dormivano, però a vederti dal di fuori, diresti Madonna che tristezza.
invece a vederti dal di dentro pensi anche la stessa cosa, Madonna che tristezza.
è che a me questa cosa del veto anticipato mi suona grottesca. oltre al fatto che mi scende subito tutta la grappa e mi girano i coglioni quando mi scende subito tutta la grappa, che magari c’avevo lavorato due ore, a farmi salire la grappa.
ma indipendentemente dalla grappa questa cosa mi suona grottesca, esattamente come sarebbe grottesco il contrario.

ad esempio che ne so, è capodanno, son le 3 di mattina, sei casa di amici, tutti attorno alla tavola, una bottiglia di grappa che gira, il camino acceso, c’è una bella atmosfera in quel momento lì, e in quel momento lì, che c’è una bella atmosfera, ti giri verso la ragazza che frequenti e le fai, davanti a tutti, Oh, dopo a casa si scopa eh!
grottesco rimane grottesco, ma a dover scegliere, almeno questa versione non è triste. a vederti dal di fuori, diresti Madonna che che coppia.
invece a vederti dal di dentro pensi anche la stessa cosa, Madonna che coppia.
comunque.

la ragazza che frequentavo ancora prima invece, lei no, lei era l’oppsto.
c’eran delle volte, tipo ai concerti, oppure alle feste, oppure eravamo in città in qualche locale, oppure quando facevamo tardissimo con degli amici, quelle volte lì, non tutte, ma alcune di quelle volte lì lei mi diceva Catania, dopo a casa ti faccio un bel pompino.
non lo diceva davanti a tutti, me lo diceva a me.
e io lo trovavo bellissimo.
poi arrivavamo a casa in effetti mi faceva un bel pompino.
ma non è neanche tanto quello. che non sarà una manciata di pompini a cambiarmi il senso della vita. è l’idea, che conta.
sicuramente sarà anche capitato che una volta dopo aver detto Catania, dopo a casa ti faccio un bel pompino, in realtà ci siamo poi addormentati.
così come sicuramente sarà anche capitato che una volta dopo aver detto
Oh, dopo a casa io dormo eh, in realtà abbiam poi fatto l’amore tantissimo.
solo che è l’idea che conta, più che una manciata di pompini.
la S. mi diceva Catania, dopo a casa ti faccio un bel pompino, a me mi è rimasta quella sensazione lì, che la S. quando tornavamo a casa mi facava dei bei pompini.
è una sensazione molto bella.
secondo me, è merito delle parole. anche di tutto il resto, ma più delle parole. sono importanti, le parole.