giovedì 27 settembre 2012

L' Aserejé del Tacatà


Quando ero ragazzino, c'era a Torino un chitarrista bravissimo, si chiamava Ludovico Vagnone.
Suonava in un gruppo di hard rock, si chiamava Knock Out.
L'album l'aveva prodotto un noto produttore italiano, si chiama Carlo Rossi.
Io li avevo conosciuti perché avevo suonato a un concerto del primo maggio a Torino in Piazza San Carlo con un gruppo, si chiamava Offals, che poi Offals senza la esse vuol dire "frattaglie", e i Knock Out avevano suonato dopo le frattaglie.
Pensarci adesso, Frattaglie sarebbe stato un nome molto più bello di Offals, ma non stiamo qui a darci la zappa sui piedi per scelte di vent'anni fa.
Ad ogni modo gli Offals erano l'embrione di quella band che poi diversi anni dopo si sarebbe chiamata WAH Companion. Sempre io, e un batterista che si chiama Kasko.
Mi ricordo prima ancora del soundcheck, c'era questo chitarrista  sul palco, seduto su un ampli, aveva i capelli lunghi e la coda, faceva delle cose impressionanti mentre aspettava, avrà suonato in tre minuti tutte le note che avevo suonato io da quando mi avevano regalato la mia prima chitarra fino a quel momento lì. E io ero ragazzino, mi piacevano quelle cose, e poi andavano ancora di moda.
La differenza tra Ludovico e gli altri era stata per me abbastanza evidente già allora, molti degli altri chitarristi metallari un po' scimmiottavano il virtuosismo americano in maniera goffa e imprecisa, Ludovico no, Ludovico suonava come uno di loro punto e basta, o almeno questa era l'impressione che mi aveva dato da ragazzino.
La moda del momento prevedeva dei discutibili fraseggi che racchiudessero l'esecuzione contemporanea di tutte le tecniche più avanzate, tipo sestine di trentaduesimi con tapping, slide, armonici artificiali, pull-off, hammer-on, whammy bar, string skipping, speed picking, alternate picking, wide vibrato.
Oppure raking, palm muting, harmonics, slide, trillo, soft vibrato, two fingers tapping, rolling, mano destra sul manico in prima posizione e mano sinistra tra settimo e dodicesimo, fino ad arrivare all'uso dei denti di hendrixiana memoria, e perché no, al più moderno trapano elettrico come generatore di rumore alla Van Halen, e per i più arditi ancora, il gran finale: plettro incastonato nella punta del Black & Decker ad imitare la cascata di note della scuola Paul Gilbert.
Paul Gilbert, apro e chiudo una parentesi, sappiate che è rinsavito, e fornisce le più sobrie e piacevoli lezioni di chitarra hard rock che si possano trovare online.
Detto questo, il gioco era mescolare tutte queste tecniche senza un minimo di senso ma riuscire ad eseguirle alla velocità della luce. Anzi no, era lenta, la luce.

Parliamo però di venti anni fa, Ludovico mi era piaciuto e il disco dei Knock Out lo avevo divorato, pieno com'era di citazioni di Steve Vai, David Lee Roth, Mr. Big e Van Halen. Qualche anno dopo avevo anche organizzato ai Knock Out un concerto nella mia scuola, credo insieme al mio compagno Massimo Gnone.
Poi da un giorno all'altro Ludovico era diventato dimostratore italiano della Parker, una chitarra talmente priva di anima da fare ribrezzo pure a me, che anima non avevo.
Poi era diventato dimostratore europeo della Parker.
Poi si era trasferito non lo so dove, forse in Spagna. Poi dopo ancora era finito a fare dei concerti enormi in Sud America con non so quale cantante, che se cercate su YouTube Ludovico Vagnone guitar solo, vedete quegli stadi pieni come li riempiono lì in Sud America, e lui che suona da solo davanti a  centomila persone.
Ma torniamo un po' indietro, a quando lì a Torino non giravano più molte notizie su Ludovico, che era in giro a fare il dimostratore della Parker.
A un certo punto, sembra che non c'entri nulla, invece poi alla fine c'entra, a un certo punto era uscito un pezzo in quegli anni lì, si chiamava Aserejé, di un gruppo di ragazze si chiamava Las Ketchup, e faceva più o meno così:
Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi

Ecco, quella lì.
E divenne un tormentone. Quell'anno lì non c'era stato verso di sentire altro, se non Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi

A un certo punto, a Torino giunse una voce, che quel brano l'avesse prodotto Ludovico Vagnone.
E lì insomma è stata dura.
Dopo un primo periodo di incredulità, tutti gli indizi e tutte le versioni confermavano questa cosa, in effetti Ludovico era andato via dall'italia metallaro, e c'era rientrato dalla finestra, anzi dalla radio, con un un brano che faceva Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi.
Per tutti noi che ancora cercavamo di capire come Nuno Bettencourt avesse settato il delay per suonare Flight of the Wounded Bumble Bee in centoventottesimi, fu un brutto colpo sapere che Ludovico Vagnone aveva prodotto Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi.
Era la fine di un'epoca. Anche quelli bravi, anche quelli veri, anche quelli bravi e veri che scappavano fuori per farcela, rientravano dalla finestra con la chitarra appesa al chiodo, e al suo posto la capacità di arrangiare un brano di dance latina. L'avverarsi del peggiore incubo insomma.
La fine di un sogno e l'avverarsi di un incubo al tempo stesso.

E non posso non trovare delle analogie con me che me ne vado dall'Italia per aprire un'etichetta in Belgio, dopo che per vent'anni tutti in Italia mi hanno detto quanto sono bravo, e io di sentirmelo dire, mi sono  francamente anche un po' rotto i coglioni, che tanto non succede mai niente.

Ecco, tutto questo in realtà, io ho raccontato tutto questo solo perché  mi serviva come preambolo.
Quello che volevo dire era un'altra cosa.

Ti ricordi di Ru? Ma si dai, quello lì degli Africa Unite… Quello lì che aveva poi la WAH Companion, che avevano fatto Kir Royale quel video con la tipetta giapponese… Ma si dai, quello lì che aveva anche fatto qualcosa con Battiato, non ho mai capito se era vero o no. Che poi alla fine aveva fatto lo studio aveva prodotto Betzy… ma si dai, quello che aveva quella testata Hiwatt con la cassa VHT… quello blues dai cazzo, che prima aveva i capelli lunghi, adesso è un po' pelato, che suonava sempre con la camicia abbottonata… quello col tatuaggio in stampatello HAVE FUN sul braccio…
- Aaaaah si si, ho capito.
- Ecco. Sai tutte le cose alternative che ha fatto, adesso abita in Belgio, sai cosa ha prodotto?
- No, cosa ha prodotto?
- Ha prodotto il Tacatà.
- No!
- Sì. Atacabrò!
Dale mamasita con tu tacatà

Dale mamasita tacatà
Dale mamasita con tu tacatà

Dale mamasita tacatà 









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