Ho appena ricevuto dall'agenzia di booking dei Driving Dead Girl le specifiche della prossima data in Francia.
I contratti, le indicazioni, la scheda tecnica dettagliata.
C'è già anche l'ID e la password della connessione internet nei camerini.
Mi viene da piangere, mi viene.
cose di un chitarrista della Val Germanasca e della sua etichetta emancipata che rispondeva al nome di Lady Lovely
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mercoledì 30 gennaio 2013
mercoledì 7 novembre 2012
California / Danimarca - 1996
Il fango del parcheggio, o la polvere, a seconda della stagione.
Le magliette illegali all'ingresso e all'uscita.
I biglietti belli.
Le luci brutte all'ingresso.
L'elettrizzante attesa.
Il boato incredibile di dodicimila scarpe divise equamente tra anfibi e Adidas alte che sbattevano a mo' di marcia sulle sedie blu delle tribune appena venivano spente le luci, e sembrava che stesse venendo giù il mondo.
Ma la costante massima, era sentire Master of Puppets a volume basso uscire dalle casse dell'impianto mentre i tecnici sistemavano le ultime cose.
E il momento di aggregazione più totale che mi fosse mai capitato di vivere, e che forse lo è tutt'ora, era cantare tutti insieme l'assolo armonizzato che Kirk Hammett fa nella parte lenta del brano.
Non si poteva non cantare.
E il momento di aggregazione più totale che mi fosse mai capitato di vivere, e che forse lo è tutt'ora, era cantare tutti insieme l'assolo armonizzato che Kirk Hammett fa nella parte lenta del brano.
Non si poteva non cantare.
Noi eravamo noi, e almeno avevamo qualcosa in cui credere.
Una unica "O" che durava una ventina di secondi e si snodava in una melodia barocca quanto energica, poi l'assolo continuava e ci si perdeva, ma non era importante. Avevamo già vinto, prima ancora che cominciasse il concerto.
Altro che "Pooo-Po-Po-Po-Po-Poooo-Pooo".
Dietro c'era tutta un'altra fede.
Altro che "Pooo-Po-Po-Po-Po-Poooo-Pooo".
Dietro c'era tutta un'altra fede.
E noi dopo avere cantato in seimila l'assolo lento di Master Of Puppets, si poteva anche andare a casa.
lunedì 8 ottobre 2012
Anatomia musicale di una foto su facebook
Qualche giorno fa mia cugina Elena ha pubblicato su facebook delle foto in cui ci sono io sul palco con i Disco Inferno, saranno passati quindici anni, da quel momento lì.
Che io non suonavo mica nei Disco Inferno, suonavo negli Africa Unite, ma eravamo tutta una ballotta, così si diceva a quei tempi nel periodo post-Neffa, una ballotta.
E niente, in queste due o tre foto c'è questa ballotta che comunque è tutta da raccontare, rivederla adesso. Il cantante con la parrucca blu, all'epoca si faceva chiamare Priscilla, ora si chiama Roby ed è il cantante dei Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo, che uscirà per l'etichetta Lady Lovely.
Rossano, il chitarrista dei Disco Inferno di quel periodo, era un amico carissimo di Balistica, che sarebbe poi diventato il chitarrista della WAH Companion.
Un'altra persona che c'è in una delle foto, quella persona leopardata con la parrucca viola, si chiama Veronica, era poi finita a fare delle cose con i Subsonica, e adesso non fa più niente, se proprio deve fare delle cose, fa solo più delle cosine piccole, come dei tour mondiali con Tricky.
Poi sempre in quelle tre foto lì, che la pagina su facebook è una sola ma le foto sono tre, in una di quelle tre foto lì, vicino a mia cugina c'è Sara, che è una mia carissima amica, che dal vivo è una patata, in quella foto lì è anche una patata, con lei eravamo molto amici, poi ci siamo un po' persi dopo il 2001, poi adesso da qualche anno ci siamo ritrovati, che nel 2001 lei abitava fuori dall'Italia, ci eravamo scritti delle lettere, a me era scappata questa cosa che l'undici settembre non mi stupiva ci fosse stato, e che bisognava aspettarselo, e forse almeno adesso cambiava qualcosa, nella dinamica delle relazioni internazionali. Che in effetti l'avevo forse sparata un po' grossa, anche se non è che poi adesso io la pensi in maniera diversissima, ma forse, come l'avevo detta quella volta lì, l'avevo formulata forse male. E quindi niente, dopo, per divergenze di opinioni, non ci eravamo più sentiti per degli anni.
La cosa buffa, questa Sara è la sorella di Giovanna, che ci aiuta a stare dietro ai conti (inesistenti) dell'etichetta Lady Lovely, e canta anche con i Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo. Quindi quella rasata a zero nella foto, è la sorella di quella dell'etichetta che adesso canta con quello che nella foto ha la parrucca blu, in un gruppo di musica reggae che produco io, che nella foto sono quello con i capelli lunghi e i baffi, e adesso che ci penso non ve l'ho detto, ma a un certo punto questo qua con la parrucca blu aveva cantato anche in uno dei miei progetti che si chiamava Limite, dove c'erano Kasko, il batterista della futura WAH Companion, e Andrea Pollone, futuro WAH Companion e Lady Lovely pure lui, che era il fratello Sergio Pollone, che nella foto è un po' nascosto ma si vede, perché all'epoca era il batterista dei Disco Inferno e anche fidanzato di Veronica, quella leopardata con la parrucca viola.
Vi siete persi?
Non importa, vado avanti.
Abbracciata alla patata c'è mia cugina Elena, mia cugina Elena, quando i miei mi regalarono la mia prima chitarra elettrica, una Melody made in Italy, l'unica chitarra al mondo basata sul modello Stratocaster ma col peso di un Les Paul, io non sapevo suonare quasi niente e guardavo con invidia e ammirazione mia cugina Elena che suonava con la mia chitarra Melody e il mio amplificatore Gorilla, E cosa suonava? direte voi, suonava I wanna be your dog degli Stooges e I don't care dei Ramones, e sì che li imparai da lei, quei riff incisi sulla pietra della storia del punk-rock.
Nella foto accanto si vede anche Lucia, che era compagna di classe di Kasko, e che ora è la moglie di Paolo Gambino detto Il Greco, che nella foto non si vede, ma sarebbe poi entrato anche lui nei Disco Inferno come tastierista, adesso non suona più nei Disco Inferno, suona con Eugenio Finardi. Che poi Lucia, rimane pur sempre la sorella di Demetrio, buon amico da cui io comprai una telecaster nera dopo eterne serate nel loro gazebo a suonare Lynyrd Slynyrd e Rolling Stones, la stessa telecaster nera che vedete nella foto in mano a me, che sono quello coi capelli lunghi e i baffi.
Continuiamo coi nomi dei presenti, nella foto c'è anche Luciano, che balla come un pazzo, se lo conoscete sapete benissimo che ancora oggi a distanza di quindici anni balla sempre come un pazzo, E cosa c'entra anche questo Luciano? direte voi, c'entra che Luciano abita a New York da tantissimi anni, e scrive i testi per i Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo.
Prendetevi un caffè o un cioccolatino, che non è ancora finita.
Altri personaggi chiave nella foto, una ragazza romana che balla pure lei, anche se presa di spalle, si chiama Fiammetta, Fiammetta era la mia fidanzata quindici anni fa, Si ma cosa c'entra adesso allora questa Fiammetta? vi starete chiedendo, Fiammetta canta in un gruppo di Roma si chiama Bébé Donge, e il basso lo suona Tommaso Calamita, che Cosa c'entra Calamita, Calamita c'entra, perché Calamita fa parte dell'etichetta Lady Lovely. Poi se volete proprio saperla tutta, insieme a Fiammetta e Tommaso Calamita suona anche Federico Jolkipalki, che sarebbe poi il fratello di Cipo, il fonico dei Subsonica, quindi questo Federico JolkiPalki suona con questa Fiammetta della foto, e suo fratello Cipo stava al mixer quando Veronica, quella leopardata, saliva sul palco dei Subsonica.
Forse era meglio un moment, più che un caffè o un cioccolatino.
In seconda fila, quella con gli occhiali è mia cugina Giovanna, ma non confondetevi che non è la stessa Giovanna di prima, è un'altra Giovanna, che sarebbe poi la sorella di Elena, l'altra mia cugina che ha postato le foto, e grande amica di Donatella, di cui parlerò dopo. Giovanna ha un marito che si chiama Paolo, il fratello di questo Paolo si chiama Daniele, Daniele fino a un paio di anni fa era il direttore dell'APM, scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, in cui alcuni dei sopra citati si sono formati come fonici e produttori, come Balistica, altri addirittura ne sono diventati assistenti ai corsi come Andrea Pollone. E poi, sempre per rimanere su Giovanna, qualche anno fa abitava nello stesso stabile di Gualtiero, che oltre ad essere stato il fidanzato di Sara, quella di cui vi dicevo prima, è stato anche il primo produttore che fece andare me e Kasko in studio di registrazione, quando il nostro primo progetto si chiamava ancora Offals.
Ironia della sorte, dopo che avevo già scritto questo post, ma aspettavo oggi per pubblicarlo, ieri mi scrive Andrea Pollone mi fa Oh, c'è mio fratello Sergio che dice che ha trovato a casa un sassofono, che l'avevi prestato tu a Veronica quindici anni fa, che doveva essere di un tuo amico, Ah sì, gli ho risposto, dev'essere di Gualtiero.
Ultima all'appello, ma non per questo meno importante, Donatella, cugina di Sara, quella rasata, e Giovanna, quella dei Pellicans. Donatella comincerà poi a suonare il basso, ed erediterà il basso dal bassista dei Disco Inferno Paolo Bruno. Poi si trasferirà a Bruxelles, dove una dozzina di anni dopo, ovvero adesso, lei e suo marito Renato ospiteranno me, che nella foto sono quello coi capelli lunghi e i baffi, ospiteranno me e la mia metà per qualche mese.
Volete sapere che fine ha fatto quel basso lì? Quel basso lì l'ho usato ieri sera alle prove, che Donatella me lo ha prestato, e proprio con quel basso lì ho passato le audizioni come bassista di un gruppo belga di garage rock. I Driving Dead Girl.
E ora posta un'altra foto, se hai coraggio.
Che io non suonavo mica nei Disco Inferno, suonavo negli Africa Unite, ma eravamo tutta una ballotta, così si diceva a quei tempi nel periodo post-Neffa, una ballotta.
E niente, in queste due o tre foto c'è questa ballotta che comunque è tutta da raccontare, rivederla adesso. Il cantante con la parrucca blu, all'epoca si faceva chiamare Priscilla, ora si chiama Roby ed è il cantante dei Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo, che uscirà per l'etichetta Lady Lovely.
Rossano, il chitarrista dei Disco Inferno di quel periodo, era un amico carissimo di Balistica, che sarebbe poi diventato il chitarrista della WAH Companion.
Un'altra persona che c'è in una delle foto, quella persona leopardata con la parrucca viola, si chiama Veronica, era poi finita a fare delle cose con i Subsonica, e adesso non fa più niente, se proprio deve fare delle cose, fa solo più delle cosine piccole, come dei tour mondiali con Tricky.
Poi sempre in quelle tre foto lì, che la pagina su facebook è una sola ma le foto sono tre, in una di quelle tre foto lì, vicino a mia cugina c'è Sara, che è una mia carissima amica, che dal vivo è una patata, in quella foto lì è anche una patata, con lei eravamo molto amici, poi ci siamo un po' persi dopo il 2001, poi adesso da qualche anno ci siamo ritrovati, che nel 2001 lei abitava fuori dall'Italia, ci eravamo scritti delle lettere, a me era scappata questa cosa che l'undici settembre non mi stupiva ci fosse stato, e che bisognava aspettarselo, e forse almeno adesso cambiava qualcosa, nella dinamica delle relazioni internazionali. Che in effetti l'avevo forse sparata un po' grossa, anche se non è che poi adesso io la pensi in maniera diversissima, ma forse, come l'avevo detta quella volta lì, l'avevo formulata forse male. E quindi niente, dopo, per divergenze di opinioni, non ci eravamo più sentiti per degli anni.
La cosa buffa, questa Sara è la sorella di Giovanna, che ci aiuta a stare dietro ai conti (inesistenti) dell'etichetta Lady Lovely, e canta anche con i Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo. Quindi quella rasata a zero nella foto, è la sorella di quella dell'etichetta che adesso canta con quello che nella foto ha la parrucca blu, in un gruppo di musica reggae che produco io, che nella foto sono quello con i capelli lunghi e i baffi, e adesso che ci penso non ve l'ho detto, ma a un certo punto questo qua con la parrucca blu aveva cantato anche in uno dei miei progetti che si chiamava Limite, dove c'erano Kasko, il batterista della futura WAH Companion, e Andrea Pollone, futuro WAH Companion e Lady Lovely pure lui, che era il fratello Sergio Pollone, che nella foto è un po' nascosto ma si vede, perché all'epoca era il batterista dei Disco Inferno e anche fidanzato di Veronica, quella leopardata con la parrucca viola.
Vi siete persi?
Non importa, vado avanti.
Abbracciata alla patata c'è mia cugina Elena, mia cugina Elena, quando i miei mi regalarono la mia prima chitarra elettrica, una Melody made in Italy, l'unica chitarra al mondo basata sul modello Stratocaster ma col peso di un Les Paul, io non sapevo suonare quasi niente e guardavo con invidia e ammirazione mia cugina Elena che suonava con la mia chitarra Melody e il mio amplificatore Gorilla, E cosa suonava? direte voi, suonava I wanna be your dog degli Stooges e I don't care dei Ramones, e sì che li imparai da lei, quei riff incisi sulla pietra della storia del punk-rock.
Nella foto accanto si vede anche Lucia, che era compagna di classe di Kasko, e che ora è la moglie di Paolo Gambino detto Il Greco, che nella foto non si vede, ma sarebbe poi entrato anche lui nei Disco Inferno come tastierista, adesso non suona più nei Disco Inferno, suona con Eugenio Finardi. Che poi Lucia, rimane pur sempre la sorella di Demetrio, buon amico da cui io comprai una telecaster nera dopo eterne serate nel loro gazebo a suonare Lynyrd Slynyrd e Rolling Stones, la stessa telecaster nera che vedete nella foto in mano a me, che sono quello coi capelli lunghi e i baffi.
Continuiamo coi nomi dei presenti, nella foto c'è anche Luciano, che balla come un pazzo, se lo conoscete sapete benissimo che ancora oggi a distanza di quindici anni balla sempre come un pazzo, E cosa c'entra anche questo Luciano? direte voi, c'entra che Luciano abita a New York da tantissimi anni, e scrive i testi per i Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo.
Prendetevi un caffè o un cioccolatino, che non è ancora finita.
Altri personaggi chiave nella foto, una ragazza romana che balla pure lei, anche se presa di spalle, si chiama Fiammetta, Fiammetta era la mia fidanzata quindici anni fa, Si ma cosa c'entra adesso allora questa Fiammetta? vi starete chiedendo, Fiammetta canta in un gruppo di Roma si chiama Bébé Donge, e il basso lo suona Tommaso Calamita, che Cosa c'entra Calamita, Calamita c'entra, perché Calamita fa parte dell'etichetta Lady Lovely. Poi se volete proprio saperla tutta, insieme a Fiammetta e Tommaso Calamita suona anche Federico Jolkipalki, che sarebbe poi il fratello di Cipo, il fonico dei Subsonica, quindi questo Federico JolkiPalki suona con questa Fiammetta della foto, e suo fratello Cipo stava al mixer quando Veronica, quella leopardata, saliva sul palco dei Subsonica.
Forse era meglio un moment, più che un caffè o un cioccolatino.
In seconda fila, quella con gli occhiali è mia cugina Giovanna, ma non confondetevi che non è la stessa Giovanna di prima, è un'altra Giovanna, che sarebbe poi la sorella di Elena, l'altra mia cugina che ha postato le foto, e grande amica di Donatella, di cui parlerò dopo. Giovanna ha un marito che si chiama Paolo, il fratello di questo Paolo si chiama Daniele, Daniele fino a un paio di anni fa era il direttore dell'APM, scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, in cui alcuni dei sopra citati si sono formati come fonici e produttori, come Balistica, altri addirittura ne sono diventati assistenti ai corsi come Andrea Pollone. E poi, sempre per rimanere su Giovanna, qualche anno fa abitava nello stesso stabile di Gualtiero, che oltre ad essere stato il fidanzato di Sara, quella di cui vi dicevo prima, è stato anche il primo produttore che fece andare me e Kasko in studio di registrazione, quando il nostro primo progetto si chiamava ancora Offals.
Ironia della sorte, dopo che avevo già scritto questo post, ma aspettavo oggi per pubblicarlo, ieri mi scrive Andrea Pollone mi fa Oh, c'è mio fratello Sergio che dice che ha trovato a casa un sassofono, che l'avevi prestato tu a Veronica quindici anni fa, che doveva essere di un tuo amico, Ah sì, gli ho risposto, dev'essere di Gualtiero.
Ultima all'appello, ma non per questo meno importante, Donatella, cugina di Sara, quella rasata, e Giovanna, quella dei Pellicans. Donatella comincerà poi a suonare il basso, ed erediterà il basso dal bassista dei Disco Inferno Paolo Bruno. Poi si trasferirà a Bruxelles, dove una dozzina di anni dopo, ovvero adesso, lei e suo marito Renato ospiteranno me, che nella foto sono quello coi capelli lunghi e i baffi, ospiteranno me e la mia metà per qualche mese.
Volete sapere che fine ha fatto quel basso lì? Quel basso lì l'ho usato ieri sera alle prove, che Donatella me lo ha prestato, e proprio con quel basso lì ho passato le audizioni come bassista di un gruppo belga di garage rock. I Driving Dead Girl.
E ora posta un'altra foto, se hai coraggio.
giovedì 27 settembre 2012
L' Aserejé del Tacatà
Quando ero ragazzino, c'era a Torino un chitarrista bravissimo, si chiamava Ludovico Vagnone.
Suonava in un gruppo di hard rock, si chiamava Knock Out.
L'album l'aveva prodotto un noto produttore italiano, si chiama Carlo Rossi.
Io li avevo conosciuti perché avevo suonato a un concerto del primo maggio a Torino in Piazza San Carlo con un gruppo, si chiamava Offals, che poi Offals senza la esse vuol dire "frattaglie", e i Knock Out avevano suonato dopo le frattaglie.
Pensarci adesso, Frattaglie sarebbe stato un nome molto più bello di Offals, ma non stiamo qui a darci la zappa sui piedi per scelte di vent'anni fa.
Ad ogni modo gli Offals erano l'embrione di quella band che poi diversi anni dopo si sarebbe chiamata WAH Companion. Sempre io, e un batterista che si chiama Kasko.
Mi ricordo prima ancora del soundcheck, c'era questo chitarrista sul palco, seduto su un ampli, aveva i capelli lunghi e la coda, faceva delle cose impressionanti mentre aspettava, avrà suonato in tre minuti tutte le note che avevo suonato io da quando mi avevano regalato la mia prima chitarra fino a quel momento lì. E io ero ragazzino, mi piacevano quelle cose, e poi andavano ancora di moda.
La differenza tra Ludovico e gli altri era stata per me abbastanza evidente già allora, molti degli altri chitarristi metallari un po' scimmiottavano il virtuosismo americano in maniera goffa e imprecisa, Ludovico no, Ludovico suonava come uno di loro punto e basta, o almeno questa era l'impressione che mi aveva dato da ragazzino.
La moda del momento prevedeva dei discutibili fraseggi che racchiudessero l'esecuzione contemporanea di tutte le tecniche più avanzate, tipo sestine di trentaduesimi con tapping, slide, armonici artificiali, pull-off, hammer-on, whammy bar, string skipping, speed picking, alternate picking, wide vibrato.
Oppure raking, palm muting, harmonics, slide, trillo, soft vibrato, two fingers tapping, rolling, mano destra sul manico in prima posizione e mano sinistra tra settimo e dodicesimo, fino ad arrivare all'uso dei denti di hendrixiana memoria, e perché no, al più moderno trapano elettrico come generatore di rumore alla Van Halen, e per i più arditi ancora, il gran finale: plettro incastonato nella punta del Black & Decker ad imitare la cascata di note della scuola Paul Gilbert.
Paul Gilbert, apro e chiudo una parentesi, sappiate che è rinsavito, e fornisce le più sobrie e piacevoli lezioni di chitarra hard rock che si possano trovare online.
Detto questo, il gioco era mescolare tutte queste tecniche senza un minimo di senso ma riuscire ad eseguirle alla velocità della luce. Anzi no, era lenta, la luce.
Parliamo però di venti anni fa, Ludovico mi era piaciuto e il disco dei Knock Out lo avevo divorato, pieno com'era di citazioni di Steve Vai, David Lee Roth, Mr. Big e Van Halen. Qualche anno dopo avevo anche organizzato ai Knock Out un concerto nella mia scuola, credo insieme al mio compagno Massimo Gnone.
Poi da un giorno all'altro Ludovico era diventato dimostratore italiano della Parker, una chitarra talmente priva di anima da fare ribrezzo pure a me, che anima non avevo.
Poi era diventato dimostratore europeo della Parker.
Poi si era trasferito non lo so dove, forse in Spagna. Poi dopo ancora era finito a fare dei concerti enormi in Sud America con non so quale cantante, che se cercate su YouTube Ludovico Vagnone guitar solo, vedete quegli stadi pieni come li riempiono lì in Sud America, e lui che suona da solo davanti a centomila persone.
Ma torniamo un po' indietro, a quando lì a Torino non giravano più molte notizie su Ludovico, che era in giro a fare il dimostratore della Parker.
A un certo punto, sembra che non c'entri nulla, invece poi alla fine c'entra, a un certo punto era uscito un pezzo in quegli anni lì, si chiamava Aserejé, di un gruppo di ragazze si chiamava Las Ketchup, e faceva più o meno così:
Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi
Ecco, quella lì.
E divenne un tormentone. Quell'anno lì non c'era stato verso di sentire altro, se non Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi
A un certo punto, a Torino giunse una voce, che quel brano l'avesse prodotto Ludovico Vagnone.
E lì insomma è stata dura.
Dopo un primo periodo di incredulità, tutti gli indizi e tutte le versioni confermavano questa cosa, in effetti Ludovico era andato via dall'italia metallaro, e c'era rientrato dalla finestra, anzi dalla radio, con un un brano che faceva Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi.
Per tutti noi che ancora cercavamo di capire come Nuno Bettencourt avesse settato il delay per suonare Flight of the Wounded Bumble Bee in centoventottesimi, fu un brutto colpo sapere che Ludovico Vagnone aveva prodotto Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi.
Era la fine di un'epoca. Anche quelli bravi, anche quelli veri, anche quelli bravi e veri che scappavano fuori per farcela, rientravano dalla finestra con la chitarra appesa al chiodo, e al suo posto la capacità di arrangiare un brano di dance latina. L'avverarsi del peggiore incubo insomma.
La fine di un sogno e l'avverarsi di un incubo al tempo stesso.
E non posso non trovare delle analogie con me che me ne vado dall'Italia per aprire un'etichetta in Belgio, dopo che per vent'anni tutti in Italia mi hanno detto quanto sono bravo, e io di sentirmelo dire, mi sono francamente anche un po' rotto i coglioni, che tanto non succede mai niente.
Ecco, tutto questo in realtà, io ho raccontato tutto questo solo perché mi serviva come preambolo.
Quello che volevo dire era un'altra cosa.
Ti ricordi di Ru? Ma si dai, quello lì degli Africa Unite… Quello lì che aveva poi la WAH Companion, che avevano fatto Kir Royale quel video con la tipetta giapponese… Ma si dai, quello lì che aveva anche fatto qualcosa con Battiato, non ho mai capito se era vero o no. Che poi alla fine aveva fatto lo studio aveva prodotto Betzy… ma si dai, quello che aveva quella testata Hiwatt con la cassa VHT… quello blues dai cazzo, che prima aveva i capelli lunghi, adesso è un po' pelato, che suonava sempre con la camicia abbottonata… quello col tatuaggio in stampatello HAVE FUN sul braccio…
- Aaaaah si si, ho capito.
- Ecco. Sai tutte le cose alternative che ha fatto, adesso abita in Belgio, sai cosa ha prodotto?
- No, cosa ha prodotto?
- Ha prodotto il Tacatà.
- No!
- Sì. Atacabrò!
Dale mamasita con tu tacatà
Dale mamasita tacatà
Dale mamasita con tu tacatà
Dale mamasita tacatà
sabato 7 luglio 2012
Il sesso spiegato ai carabinieri
Io non lo so perché, ma questa mattina mi sono svegliato, a colazione mi è venuto in mente un ricordo ben preciso.
Che poi, colazione, colazione è un'altra cosa. Colazione è quando ti siedi c'è della frutta, dei cereali, del latte, del tè, del caffè, dei toast, del pane, del burro, della marmellata, della torta, dei biscotti, ecco, quella lì è una colazione, oggi ero in piedi in mutande e maglietta a mangiare dei grissini intinti nel miele.
Ad ogni modo ero lì in mutande che mangiavo un grissino intinto nel miele, mi è venuta in mente quella volta di cento anni fa che ero andato a trovare la mia fidanzata. Che cento anni fa la mia fidanzata non era la stessa fidanzata di adesso, infatti sono anche un po' imbarazzo, parlare delle mie ex fidanzate, che il mio blog mi sa che il papà della mia fidanzata di adesso, mi sa che il lui il mio blog lo legge, non è mica molto carina questa cosa che lui poi si ritrova a leggere delle cose che scrivo io sulle mi ex fidanzate, che lui è il papà della mia fidanzata di adesso. Però l'unica cosa che mi viene in mente a riguardo che potrei dire, citando una mia ex fidanzata, fortunatamente la stessa di cui stavo per parlare e non un'altra, che sarebbe stato ancora più brutto, a me l'unica cosa che mi viene da dire riguardo a questa cosa, che a me pare brutto che il papà della mia fidanzata di adesso possa leggere sul mio blog dei post che riguardano le mie fidanzate di prima, l'unica cosa che mi viene da dire è "Eh, oh."
Quindici righe, mi sono già perso.
Insomma una volta, cento anni fa ero andato a trovare la mia fidanzata, non so se avevo suonato io in un locale o se eravamo andati a sentire un concerto, eravamo in macchina, la sua, che io non ho la patente figurati la macchina, alla fine abbiamo bevuto qualcosa in questo locale, poi con la sua macchina dovevamo tornare a dormire a casa dei suoi. Casa dei suoi, i suoi era della gente un po' per bene, certe cose non si potevano fare dentro casa, allora certe faccende era meglio sbrigarle prima di rientrare. Invece casa mia, ad esempio, i miei sono sempre stati dei poco di buono si poteva fare tutto a casa tra delle lenzuola pulite, pensa un po' che poco di buono che erano i miei.
Allora usciamo dal locale, avevamo anche un po' bevuto, dovevamo fare un pezzo vicino all'autostrada, c'è presa una voglia che non si poteva capire, siamo finiti in una via piccolina senza luci che costeggiava l'autostrada, era una via sterrata c'era tutto buio. Poi a un certo punto la via girava a destra perché davanti c'era una rete che divideva da un'altra autostrada, o uno svincolo, o una statale, insomma non lo so, c'era una rete di quelle verdi a rombi. Allora noi c'era presa una voglia che non si poteva capire, siamo scesi dalla macchina, che a me già non piace la macchina di per sé, figurati fare delle cose in macchina, allora siamo scesi.
Adesso senza entrare troppo nei particolari che questo blog ha pochissimi lettori, tra quei pochissimi dimmi te se devono esserci anche i miei genitori e i genitori della mia fidanzata, senza entrare nei particolari, lei spegne la macchina, davanti a noi c'era la rete, cosa vuoi fare, abbiamo usato la rete. Lei guardava le macchine che passavano, io lavoravo.
Dopo un po' che lei guardava le macchine che passavano e io lavoravo, un po' il rumore dell'autostrada, un po' le birre, un po' che stavamo lavorando, non ci siamo accorti, a un certo punto prima era buio, dopo si accende un faro proprio su di noi.
Ora io non vorrei fare leva sull'aspetto erotico o morboso, vorrei fare leva sull'aspetto tragicomico. Ricapitoliamo, eravamo in una stradina buia, lei aggrappata alla rete che guardava le macchine, io dietro di lei con le chiappe al vento, e dietro le mie chiappe una macchina dei carabinieri che ci puntava il faro quello che hanno sul tetto, quello per le operazioni notturne, per le rapine, per i sequestri. Che io già sono bianco, figurati un faro puntato sulle chiappe, non erano due chiappe, erano due alogene.
Dopo un paio di secondi che io ero lì tutto illuminato, a quel punto non lavoravo più, mi ero messo in pausa, sono stato fermo immobile, come quegli animali che se li illumini per strada di notte anziché scappare rimangono pietrificati chissà cosa pensano, ecco, io ho fatto così.
La macchina fa ancora qualche metro, a un certo punto uno di questi scende dalla macchina e si avvicina, e lì ho capito che la tecnica dell'immobilità non avrebbe portato da nessuna parte e ci siamo ricomposti, per quanto possa ricomporsi davanti a un faro, nel tempo di cinque passi, uno che fino a un attimo prima stava lavorando.
Insomma arriva questo carabiniere, che noi fino a trenta secondi prima eravamo a lavorare aggrappati alla rete con le chiappe di fuori, arriva il carabiniere in controluce, quindi non arriva un carabiniere, arriva una sagoma di carabiniere, noi ancora tutti un po' scomposti, la sagoma arriva e ci fa:
"Cosa stavate facendo?"
Così ci ha chiesto, "Cosa stavate facendo?"
Ecco, il post è finito qua, se adesso anche voi volete partecipare al giochino e spiegare alla sagoma di carabiniere cosa stavamo facendo, prego, lo spazio è a vostra disposizione.
Che poi, colazione, colazione è un'altra cosa. Colazione è quando ti siedi c'è della frutta, dei cereali, del latte, del tè, del caffè, dei toast, del pane, del burro, della marmellata, della torta, dei biscotti, ecco, quella lì è una colazione, oggi ero in piedi in mutande e maglietta a mangiare dei grissini intinti nel miele.
Ad ogni modo ero lì in mutande che mangiavo un grissino intinto nel miele, mi è venuta in mente quella volta di cento anni fa che ero andato a trovare la mia fidanzata. Che cento anni fa la mia fidanzata non era la stessa fidanzata di adesso, infatti sono anche un po' imbarazzo, parlare delle mie ex fidanzate, che il mio blog mi sa che il papà della mia fidanzata di adesso, mi sa che il lui il mio blog lo legge, non è mica molto carina questa cosa che lui poi si ritrova a leggere delle cose che scrivo io sulle mi ex fidanzate, che lui è il papà della mia fidanzata di adesso. Però l'unica cosa che mi viene in mente a riguardo che potrei dire, citando una mia ex fidanzata, fortunatamente la stessa di cui stavo per parlare e non un'altra, che sarebbe stato ancora più brutto, a me l'unica cosa che mi viene da dire riguardo a questa cosa, che a me pare brutto che il papà della mia fidanzata di adesso possa leggere sul mio blog dei post che riguardano le mie fidanzate di prima, l'unica cosa che mi viene da dire è "Eh, oh."
Quindici righe, mi sono già perso.
Insomma una volta, cento anni fa ero andato a trovare la mia fidanzata, non so se avevo suonato io in un locale o se eravamo andati a sentire un concerto, eravamo in macchina, la sua, che io non ho la patente figurati la macchina, alla fine abbiamo bevuto qualcosa in questo locale, poi con la sua macchina dovevamo tornare a dormire a casa dei suoi. Casa dei suoi, i suoi era della gente un po' per bene, certe cose non si potevano fare dentro casa, allora certe faccende era meglio sbrigarle prima di rientrare. Invece casa mia, ad esempio, i miei sono sempre stati dei poco di buono si poteva fare tutto a casa tra delle lenzuola pulite, pensa un po' che poco di buono che erano i miei.
Allora usciamo dal locale, avevamo anche un po' bevuto, dovevamo fare un pezzo vicino all'autostrada, c'è presa una voglia che non si poteva capire, siamo finiti in una via piccolina senza luci che costeggiava l'autostrada, era una via sterrata c'era tutto buio. Poi a un certo punto la via girava a destra perché davanti c'era una rete che divideva da un'altra autostrada, o uno svincolo, o una statale, insomma non lo so, c'era una rete di quelle verdi a rombi. Allora noi c'era presa una voglia che non si poteva capire, siamo scesi dalla macchina, che a me già non piace la macchina di per sé, figurati fare delle cose in macchina, allora siamo scesi.
Adesso senza entrare troppo nei particolari che questo blog ha pochissimi lettori, tra quei pochissimi dimmi te se devono esserci anche i miei genitori e i genitori della mia fidanzata, senza entrare nei particolari, lei spegne la macchina, davanti a noi c'era la rete, cosa vuoi fare, abbiamo usato la rete. Lei guardava le macchine che passavano, io lavoravo.
Dopo un po' che lei guardava le macchine che passavano e io lavoravo, un po' il rumore dell'autostrada, un po' le birre, un po' che stavamo lavorando, non ci siamo accorti, a un certo punto prima era buio, dopo si accende un faro proprio su di noi.
Ora io non vorrei fare leva sull'aspetto erotico o morboso, vorrei fare leva sull'aspetto tragicomico. Ricapitoliamo, eravamo in una stradina buia, lei aggrappata alla rete che guardava le macchine, io dietro di lei con le chiappe al vento, e dietro le mie chiappe una macchina dei carabinieri che ci puntava il faro quello che hanno sul tetto, quello per le operazioni notturne, per le rapine, per i sequestri. Che io già sono bianco, figurati un faro puntato sulle chiappe, non erano due chiappe, erano due alogene.
Dopo un paio di secondi che io ero lì tutto illuminato, a quel punto non lavoravo più, mi ero messo in pausa, sono stato fermo immobile, come quegli animali che se li illumini per strada di notte anziché scappare rimangono pietrificati chissà cosa pensano, ecco, io ho fatto così.
La macchina fa ancora qualche metro, a un certo punto uno di questi scende dalla macchina e si avvicina, e lì ho capito che la tecnica dell'immobilità non avrebbe portato da nessuna parte e ci siamo ricomposti, per quanto possa ricomporsi davanti a un faro, nel tempo di cinque passi, uno che fino a un attimo prima stava lavorando.
Insomma arriva questo carabiniere, che noi fino a trenta secondi prima eravamo a lavorare aggrappati alla rete con le chiappe di fuori, arriva il carabiniere in controluce, quindi non arriva un carabiniere, arriva una sagoma di carabiniere, noi ancora tutti un po' scomposti, la sagoma arriva e ci fa:
"Cosa stavate facendo?"
Così ci ha chiesto, "Cosa stavate facendo?"
Ecco, il post è finito qua, se adesso anche voi volete partecipare al giochino e spiegare alla sagoma di carabiniere cosa stavamo facendo, prego, lo spazio è a vostra disposizione.
martedì 26 giugno 2012
Betzy tra Bruxelles e Parigi - La newsletter di lady Lovely
Vuoi ricevere la newsletter dell'etichetta Lady Lovely?

Un saluto a tutti i Lady Lovers che seguono le novelle dell'etichetta emancipata.
Continuiamo con la formula dell'ultima volta, poche cose veloci ma buone.
Continuiamo con la formula dell'ultima volta, poche cose veloci ma buone.
1- Betzy in viaggio tra Belgio e Francia
Betzy ha suonato a Parigi il 21 giugno all'inaugurazione di una megastruttura chiamata Cristal.
Musicista aggiunto al consolidato duo Fabio Cussigh / Ru Catania, il polistrumentista belga Raphael Dodemont, conosciuto in quel di Bruxelles per le sue avventure con Kiss & Drive.
Qua sotto, una settimana di viaggi, progetti, prove e concerto, riassunto in un minuto di video, basta cliccare sull'immagine.
Betzy ha suonato a Parigi il 21 giugno all'inaugurazione di una megastruttura chiamata Cristal.
Musicista aggiunto al consolidato duo Fabio Cussigh / Ru Catania, il polistrumentista belga Raphael Dodemont, conosciuto in quel di Bruxelles per le sue avventure con Kiss & Drive.
Qua sotto, una settimana di viaggi, progetti, prove e concerto, riassunto in un minuto di video, basta cliccare sull'immagine.

L'audio è la versione strumentale di "don't shit on my rainbow" con cui abbiamo finito il concerto di Parigi, registrata alle prove a Bruxelles.
Potete scaricarla gratuitamente dal Soundcloud di Lady Lovely, cliccando qua sotto:
Ah, non prendete impegni per il 28 luglio. Alla prossima puntata vi spieghiamo il perché.
___________ have F:U:N:
sabato 23 giugno 2012
Due pesi due misure - come fu che Betzy conquistò Parigi -
Ieri, che poi nel frattempo è diventato l'altro ieri, abbiamo suonato con Betzy a Parigi nella seguente formazione:
Fabio Cussigh Betzy: voce, chitarra acustica
Ru Catania, che sarei io: chitarra elettrica e cori
Raphael Dodemont: piano elettrico, glokenspiel e fischio dell'usignolo
Partivamo da Bruxelles, che avevamo fatto le prove a Bruxelles, io e Raphael siamo andati in macchina, guidava lui che io non ho la patente, figurati la macchina, Betzy ha preso un autobus la mattina presto, avevamo appuntamento direttamente sul posto del concerto a Parigi, anzi, vicino a Parigi.
Io e Raphael arriviamo sul posto, e con noi arriva subito un diluvio che io un diluvio così in tutta la mia vita l'avevo visto solo una o due volte, poi a un certo punto, anzi diciamo quale punto, ovvero un'ora dopo l'ora prevista per il soundcheck e Betzy non si era visto, a quel punto lì vedo sul telefono una sua chiamata, sua di Betzy, allora lo richiamo, e più o meno il tono della telefonata è stato il seguente:
(Betzy urla come una bestia)
Ma alloraaa!
Non è possibileee!
Questa mattina in quella stazione di merda di Schaerbeek non c'era nessunooo!
E poi ho chiamato un taxi non c'erano i taxiii!
E poi sono andato alla Gare du nord e ho pestato una merda e non c'era nessuno in quell'altra stazione di merdaaa!
Sono arrivato a Parigi con un'ora emmezza di ritardo per questo autobus di merdaaa!
A Parigi c'era un casino pazzesco ho preso una metro di merda non ho manco magiatooo!
E poi sono arrivato qui con la metro numero tredici e non so neppure dove sonooo.
E ora sono qui in mezzo a una strada non so neppure dove sonooo!
E sono tutto bagnato fradicio sto camminando a bordo dell'autostrada e non c'è nessunooo!
E non so neppure dove sonooo!
E non so neppure dove sieteee!
E sono bagnato fradicio come una merdaaa!
E mandami le indicazioni che con questo iPhone di merda se non ho la connessione non posso aprire l'allegato con le indicazioniii!
E tu non avevi il navigatore perché ce l'avevo io e tu non me lo hai neppure chiesto perché tu non parli con me delle cose che ti servono e invece io avevo il navigatore e adesso non me ne faccio niente di un navigatore di merdaaa!
E non so neppure in quale stazione sono scesooo!
Ma non è possibileee!
Ma cosa devo fare, adesso mi sono rotto i coglioniii!
Adesso tu risolvi questa cosa, e qui c'è un bar di merda chiuso e io non mi muovo più che mi sono rotto i coglioni, l'hai capito che mi sono rotto i coglioniii?
E io sono, qui tutto bagnato, e non so dove andare e non so neppure dove sonooo!
E ho tutta la maglietta bagnataaa!
E ho tutti i pantaloni bagnatiii!
E però io questa sera devo cantareee!
E non è possibile un viaggio così, ma dove siamo, che sono in viaggio da questa mattina alle sei e ora sono qui, tutto bagnato su una strada da un'ora ammezza e non so neppure dove sonooo!
Allora dimmi dove devo andare, dimmi il numero di un taxi, venite a prendermi, dimmi qualcosa, dimmi cosa devo fare che io sono qui, tutto bagantooo!
E non è possibile una cosa cosììì!
Io gli dico Bon, stai calmo, adesso mando qualcuno a prenderti. Ho chiesto a qualcuno della produzione allora poi hanno mandato un runner.
Dopo un po' arriva Betzy tutto baganto, neppure poi troppo a dire il vero, insomma bagnato era bagnato ma temevo peggio, e nel frattempo si era sparsa la voce che questo Betzy, l'artista italiano arrivato dal Belgio, era per la strada a piedi sotto la pioggia.
Allora si avvicina subito subito l'assistente di produzione, nella fattispecie quello che in ricercato gergo concertistico si chiamerebbe una topa, si insomma una bella topa, come dice Leslie Nielsen in Una pallottola spuntata.
Una bellissima ragazza parigina vestita tutta di nero con una cartellina in mano e i capelli sciolti, il look di una rocker in serata elegante, si avvicina a Betzy, Je sui desolée, gli dice.
Betzy la guarda negli occhi per due secondi e poi spostando lo sguardo sull'orizzonte che si stava rasserenando risponde con voce calda ma sicura:
Naaah. Don't worry, I was in the army.
lunedì 28 novembre 2011
Squier da strapazzo, mi sollazzo.
Visto che quegli stronzi di Alitalia mi hanno fatto problemi e non ho portato con me i miei strumenti, a un mese di distanza ecco la soluzione.
Chitarra made in Taiwan senza una meccanica da Cash Converter a Bruxelles: 79€ +
Meccanica mancante su Ebay Francia: 12€ +
Stuzzicadente per fare spessore e rifilettare con nuove viti: 0€ =
TOT: Fender Squier Affinity del '98 a 90€.
Fender Squier Strat Affinity, made in Taiwan, 1998. by Lady Lovely Label
Chitarra made in Taiwan senza una meccanica da Cash Converter a Bruxelles: 79€ +
Meccanica mancante su Ebay Francia: 12€ +
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TOT: Fender Squier Affinity del '98 a 90€.
Fender Squier Strat Affinity, made in Taiwan, 1998. by Lady Lovely Label
giovedì 10 novembre 2011
WAH Companion - brano inedito (o quasi)
Scartato dall'album "Quasi tutto liscio" nel 2007, questo brano venne utilizzato come inedito per la stampa di download-cards da una casa di distribuzione austriaca che si interessò alla WAH Companion dopo aver visto il live allo storico Birdland di Vienna. Prendete e downloadatene tutti.
mercoledì 18 maggio 2011
priorità
Betzy mi ha mandato un sms, dice che ha passato una serata mitica con Gilby Clarke, che poi ho controllato su Google, sarebbe quello che ha suonato la chitarra con Slash e tutto il resto. C'era anche scritto che alla fine gli ha lasciato Romancing The Bone, il disco di Betzy, appunto. Il disco che ha scritto lui e che ho prodotto io.
Allora gli ho risposto Buono! Diventiamo famosi?
E lui mi fa Adesso vediamo.
Poi gli ho mandato ancora un messaggio, gli ho detto Se possiamo diventare famosi prima di martedì per favore, che ho un impegno nel pomeriggio.
Allora gli ho risposto Buono! Diventiamo famosi?
E lui mi fa Adesso vediamo.
Poi gli ho mandato ancora un messaggio, gli ho detto Se possiamo diventare famosi prima di martedì per favore, che ho un impegno nel pomeriggio.
martedì 17 maggio 2011
a proposito del compiere trent'anni
Due giorni fa gli Africa Unite hanno presentato al Salone Del Libro la biografia "Trent'anni in levare" di Epish Porzioni e FT Sandman. Il che è bene.
Ma parliamo ora di trent'anni in battere, invece.
Ricordo come fosse ieri un concerto della WAH Companion in un noto locale della penisola, facemmo da spalla ad un gruppo non dico famoso, ma certo più famoso di noi.
E ricordo la discussione in camerino con un noto giornalista dell'indie italiano, che sosteneva che Too Fast For Love dei Motley Crue fosse uno dei dischi peggiori mai pubblicati. Di pessimo gusto, diceva lui. Ma non nell' immaginario, nei testi, nella copertina, nel look. No no. Proprio come musica.
E io risposi Bene, perfetto, è uno dei miei album preferiti in assoluto. Un capolavoro. Davvero troppo scarno per essere pacchiano. Il glam che comincia dove finisce il punk. Ma non c'è mica una riga di luci colorate, a farti capire se stai da una parte o dall'altra.
Eccolo qua.
Merry Go Round, da Too Fast For Love dei Motley Crue, 1981.
Canzone favolosa.
Tanti auguri, Motley. Trent'anni in battere.
Ma parliamo ora di trent'anni in battere, invece.
Ricordo come fosse ieri un concerto della WAH Companion in un noto locale della penisola, facemmo da spalla ad un gruppo non dico famoso, ma certo più famoso di noi.
E ricordo la discussione in camerino con un noto giornalista dell'indie italiano, che sosteneva che Too Fast For Love dei Motley Crue fosse uno dei dischi peggiori mai pubblicati. Di pessimo gusto, diceva lui. Ma non nell' immaginario, nei testi, nella copertina, nel look. No no. Proprio come musica.
E io risposi Bene, perfetto, è uno dei miei album preferiti in assoluto. Un capolavoro. Davvero troppo scarno per essere pacchiano. Il glam che comincia dove finisce il punk. Ma non c'è mica una riga di luci colorate, a farti capire se stai da una parte o dall'altra.
Eccolo qua.
Merry Go Round, da Too Fast For Love dei Motley Crue, 1981.
Canzone favolosa.
Tanti auguri, Motley. Trent'anni in battere.
domenica 13 marzo 2011
Beppe Gambetta: lezioni di vita, non di chitarra
qui sotto c'è un'intervista a Beppe Gambetta divisa in quattro parti.
Beppe Gambetta è un chitarrista di Genova esperto di tecnica flatpicking, uno dei più grandi maestri al mondo.
in questa intervista trovate un po' di tutto, è un po' lunghetta in effetti, quindi se vi interessa prendetevi un po' di tempo.
si parla di chitarra, di Fabrizio De Andrè, di cultura, di Norman Blake, c'è qualche esempio di tipi di plettrate inusuali, c'è anche un brano eseguito per intero.
Beppe è una persona talmente interessante e provo un affetto e una stima così profondi e sinceri, che sul canale di YouTube dell'etichetta non l'ho messo sotto la playlist "for guitar player only", bensì sotto la playlist "cose furbe".
una maestro che dovrebbero conoscere tutti, non solo i chitarristi.
una persona piacevole, in tempi di tanta volgarità gratuita.
buona visione a che ne ha voglia.
Beppe Gambetta è un chitarrista di Genova esperto di tecnica flatpicking, uno dei più grandi maestri al mondo.
in questa intervista trovate un po' di tutto, è un po' lunghetta in effetti, quindi se vi interessa prendetevi un po' di tempo.
si parla di chitarra, di Fabrizio De Andrè, di cultura, di Norman Blake, c'è qualche esempio di tipi di plettrate inusuali, c'è anche un brano eseguito per intero.
Beppe è una persona talmente interessante e provo un affetto e una stima così profondi e sinceri, che sul canale di YouTube dell'etichetta non l'ho messo sotto la playlist "for guitar player only", bensì sotto la playlist "cose furbe".
una maestro che dovrebbero conoscere tutti, non solo i chitarristi.
una persona piacevole, in tempi di tanta volgarità gratuita.
buona visione a che ne ha voglia.
venerdì 4 febbraio 2011
la signora-telefonata
prima sono andato alla posta, la signora prima di me quando è arrivata allo sportello ha detto Ho un problema col conto di mio figlio, sono stata telefonata e mi han detto che è sotto.
a me veniva da ridere.
la ragazza allo sportello, non la signora, quella dall'altra parte dello sportello, quella che lavora alla posta, si vede che non aveva sentito bene ha chiesto di ripetere, al che la signora da questa parte dello sportello, quella prima di me, ha ripetuto a voce piena scandendo bene le parole, Sono stata telefonata!
allora io ho preso il mio vecchio Samsung dalla tasca e ho scritto un sms a mio papà, gli ho scritto così:
Alla posta una signora ha appena detto Sono stata telefonata.
lui mi ha risposto subito con altri due o tre esempi, che mio papà va matto per questo genere di cose.
a me veniva da ridere.
mi sono immaginato quella signora che Era stata telefonata, in un'altra vita.
...Eh si, Alice, tu non lo puoi sapere ma si nasce e si muore, poi si rinasce e si rimuore, infinite volte. E a seconda di come ci comportiamo, ogni volta rinasciamo con una forma diversa, se ci comportiamo bene, rinasciamo cose più belle, se ci comportiamo male, rinasciamo cose più brutte.
- Ooooh... nonna, e tu cos'eri?
Beh Alice, la nonna è stata molte cose. La nonna è stata cavallo, omino di marzapane, la Regina Elisabetta, una volta addirittura sono stata telefonata.
- Sei stata telefonata?
Si si, hai capito bene! Sono stata telefonata! Ma devo essere stata una bella notizia, perché ora come vedi sono nonna.
- Ooooh... nonna, anche io da grande voglio essere telefonata!
a me veniva da ridere.
poi sempre mentre ero in coda dietro questa signora-telefonata, mi è venuta in mente una cosa che non c'entra assolutamente nulla però è anche un po' simile.
c'è un mio caro amico, un musicista, uno che bazzica a Torino, uno conosciuto, una volta ne ha sentita una bella.
per chi avesse il dubbio, No, non sono io, non sto parlando di me, è uno che suona un altro strumento, non la chitarra.
comunque erano a suonare in giro, non so dove, che questo è uno che va molto in giro a suonare, magari anche con gruppi diversi, ma ora non posso dirvi tutto, beh questo mio amico, che non sono io, era in giro a suonare con qualche gruppo.
poi lo so, che più dico che non sono io, più voi penserete che io stia parlando di me, invece no, giuro, è uno di un'altra valle, e No, non stiamo parlando di quello alto coi capelli strani.
adesso basta però
dicevo.
questo mio amico era in giro a suonare con qualcuno, poi dopo il concerto, si becca una tipa, credo si dica così, beccarsi una tipa, insomma questo mio amico si becca una tipa e cominciano a cincischiare.
poi non so esattamente, che io non c'ero quella volta lì, ma nell'ambiente è diventata ormai un grande classico, insomma, è un episodio conosciuto.
insomma io non so poi se fossero in camerino, se fossero in una stanza di albergo, o dove fossero.
però questo mio amico è anche uno un po' impaziente no, non è proprio uno che te le manda a dire, e dopo un po' che la tipa cincischiava, si vede che la tipa ha capito che doveva smetterla di cincischiare, e allora questa tipa, non so se fossero in camerino, in una stanza d'albergo o dove fossero, questa tipa guarda negli occhi il mio amico e scandendo le parole esattamente nello stesso modo in cui ha fatto oggi la signora prima di me alla posta, solo con un accento del sud anziché del nord, insomma lo guarda negli occhi e gli fa:
Lo vuoi leccato?
così gli ha detto, Lo vuoi leccato?
e l'aneddoto sarebbe anche finito qua.
ci tengo però a sottolineare che in realtà non so come finì la storia, perché giustamente, il racconto dell'episodio è sempre finito lì, sul Lo vuoi leccato, poi sapere se quel mio amico aveva poi finito con l'averlo avuto leccato o meno, non è neppure così interessante.
e poi comunque, conoscendolo, dubito che abbia opposto resistenza al fatto di poterlo avere avuto leccato.
quindi quasi sicuramente, quella famosa volta quel mio amico lì l'avrà avuto leccato, a meno che sul più bello, lei non sia stata telefonata.
a me veniva da ridere.
la ragazza allo sportello, non la signora, quella dall'altra parte dello sportello, quella che lavora alla posta, si vede che non aveva sentito bene ha chiesto di ripetere, al che la signora da questa parte dello sportello, quella prima di me, ha ripetuto a voce piena scandendo bene le parole, Sono stata telefonata!
allora io ho preso il mio vecchio Samsung dalla tasca e ho scritto un sms a mio papà, gli ho scritto così:
Alla posta una signora ha appena detto Sono stata telefonata.
lui mi ha risposto subito con altri due o tre esempi, che mio papà va matto per questo genere di cose.
a me veniva da ridere.
mi sono immaginato quella signora che Era stata telefonata, in un'altra vita.
...Eh si, Alice, tu non lo puoi sapere ma si nasce e si muore, poi si rinasce e si rimuore, infinite volte. E a seconda di come ci comportiamo, ogni volta rinasciamo con una forma diversa, se ci comportiamo bene, rinasciamo cose più belle, se ci comportiamo male, rinasciamo cose più brutte.
- Ooooh... nonna, e tu cos'eri?
Beh Alice, la nonna è stata molte cose. La nonna è stata cavallo, omino di marzapane, la Regina Elisabetta, una volta addirittura sono stata telefonata.
- Sei stata telefonata?
Si si, hai capito bene! Sono stata telefonata! Ma devo essere stata una bella notizia, perché ora come vedi sono nonna.
- Ooooh... nonna, anche io da grande voglio essere telefonata!
a me veniva da ridere.
poi sempre mentre ero in coda dietro questa signora-telefonata, mi è venuta in mente una cosa che non c'entra assolutamente nulla però è anche un po' simile.
c'è un mio caro amico, un musicista, uno che bazzica a Torino, uno conosciuto, una volta ne ha sentita una bella.
per chi avesse il dubbio, No, non sono io, non sto parlando di me, è uno che suona un altro strumento, non la chitarra.
comunque erano a suonare in giro, non so dove, che questo è uno che va molto in giro a suonare, magari anche con gruppi diversi, ma ora non posso dirvi tutto, beh questo mio amico, che non sono io, era in giro a suonare con qualche gruppo.
poi lo so, che più dico che non sono io, più voi penserete che io stia parlando di me, invece no, giuro, è uno di un'altra valle, e No, non stiamo parlando di quello alto coi capelli strani.
adesso basta però
dicevo.
questo mio amico era in giro a suonare con qualcuno, poi dopo il concerto, si becca una tipa, credo si dica così, beccarsi una tipa, insomma questo mio amico si becca una tipa e cominciano a cincischiare.
poi non so esattamente, che io non c'ero quella volta lì, ma nell'ambiente è diventata ormai un grande classico, insomma, è un episodio conosciuto.
insomma io non so poi se fossero in camerino, se fossero in una stanza di albergo, o dove fossero.
però questo mio amico è anche uno un po' impaziente no, non è proprio uno che te le manda a dire, e dopo un po' che la tipa cincischiava, si vede che la tipa ha capito che doveva smetterla di cincischiare, e allora questa tipa, non so se fossero in camerino, in una stanza d'albergo o dove fossero, questa tipa guarda negli occhi il mio amico e scandendo le parole esattamente nello stesso modo in cui ha fatto oggi la signora prima di me alla posta, solo con un accento del sud anziché del nord, insomma lo guarda negli occhi e gli fa:
Lo vuoi leccato?
così gli ha detto, Lo vuoi leccato?
e l'aneddoto sarebbe anche finito qua.
ci tengo però a sottolineare che in realtà non so come finì la storia, perché giustamente, il racconto dell'episodio è sempre finito lì, sul Lo vuoi leccato, poi sapere se quel mio amico aveva poi finito con l'averlo avuto leccato o meno, non è neppure così interessante.
e poi comunque, conoscendolo, dubito che abbia opposto resistenza al fatto di poterlo avere avuto leccato.
quindi quasi sicuramente, quella famosa volta quel mio amico lì l'avrà avuto leccato, a meno che sul più bello, lei non sia stata telefonata.
mercoledì 8 settembre 2010
lunedì 6 settembre 2010
tralicci per le allodole
è un paio d'anni c'è 'sta moda, io non so se vi è capitato, c'è sta moda di fare degli agriturismi sotto i tralicci dell'alta tensione.
io non lo so.
uno legge Agriturismo e dice Bella storia, l'agriturismo.
allora poi segue le indicazioni, di solito sono dei posti anche un po' isolati, fuori dal paese, allora comincia a vedere degli alberi, o che ne so, delle colline, o degli arbusti, dei fiori, delle castagne, delle cose un po' da agriturismo insomma. e dice Bella storia, l'agriturismo.
poi di solito l'ultimo pezzo uno fa delle stradine piccole, sterrate, a volte son dei viali alberati, altre volte son delle discese tutte dritte, alla fine c'è sempre uno spiazzo rotondo con della terra battuta che sarebbe il parcheggio, allora uno parcheggia, scende dalla macchina e cosa faceva, fino a due anni fa, uno che scendeva dalla macchina nel parcheggio di un agriturismo?
di solito alzava la testa per guardare il cielo, si stiracchiava, poi diceva Toh, una poiana! oppure alzava la testa per guardare il cielo, si stiracchiava, poi diceva Toh, un falco pellegrino.
adesso sono un paio d'anni che c'è 'sta moda, uno scende dalla macchina nel parcheggio di un agriturismo, alza la testa per guardare il cielo, si stiracchia, poi dice Puttana merda un traliccio dell'alta tensione, oppure alza la testa per guardare il cielo, si stiracchia e dice Puttana merda una centrale elettrica.
poi lì spesso son dei bed and breakfast, di quei posti che se uno vuole si ferma anche a dormire, e la mattina dopo gli fan la colazione.
la colazione di solito è servita in una struttura tutta particolare come che ne so, un ottagono di legno, oppure una veranda sotto le viti, oppure un cerchio di pietre a secco col tetto di bambù.
poi le tovaglie son quelle giallo scuro, tipo pizzeria, uno dice Mah. poi le fette biscottate son quelle del mulino bianco porzione singola, due fette in busta di plastica, uno dice Boh. poi uno pensa e vabbè fare le fette biscottate, ma la marmellata, sarà fatta in casa la marmellata, guarda la marmellata è quella in confezioni singole, uno dice Ah.
poi però dice massì dai, non ci pensiamo, va alla finestra, prende una bella boccata d'aria, Puttana merda, il traliccio.
allora io mi chiedo, come si apre un agriturismo?
chiederanno qualcosa questi, non so, delle sovvenzioni, degli sgravi, non dovrebbero essere ecosostenibili o ecocompatibili, o biodinamici, o biosalcazzo?
a me quando finisco in questi posti lì mi viene un nervoso, mi viene, penso che magari han pure beccato dei soldi.
uno è li che fa colazione, ci son dei libri tipo Curarsi con le erbe, oppure che ne so, Yoga e benessere, oppure che ne so, Ascolta il tuo corpo, Piccole gite in grandi valli, Le confetture della nonna, poi dopo il caffè si affaccia alla finestra pensa Puttana merda il traliccio, ho dormito sotto un traliccio.
che io non sono un funzionario comunale, nè un politico, io sono uno che sa quattro accordi in croce ma mi vien da dire, non possiamo fare che se uno va lì dove deve andare prima di cominciare dei lavori e dice Voglio fare un agriturismo, Si, dovrebbero dirgli, e dove vorrebbe farlo? Vorrei farlo sotto un traliccio.
ecco la risposta giusta sarebbe Ma sei piciu?
io non lo so.
uno legge Agriturismo e dice Bella storia, l'agriturismo.
allora poi segue le indicazioni, di solito sono dei posti anche un po' isolati, fuori dal paese, allora comincia a vedere degli alberi, o che ne so, delle colline, o degli arbusti, dei fiori, delle castagne, delle cose un po' da agriturismo insomma. e dice Bella storia, l'agriturismo.
poi di solito l'ultimo pezzo uno fa delle stradine piccole, sterrate, a volte son dei viali alberati, altre volte son delle discese tutte dritte, alla fine c'è sempre uno spiazzo rotondo con della terra battuta che sarebbe il parcheggio, allora uno parcheggia, scende dalla macchina e cosa faceva, fino a due anni fa, uno che scendeva dalla macchina nel parcheggio di un agriturismo?
di solito alzava la testa per guardare il cielo, si stiracchiava, poi diceva Toh, una poiana! oppure alzava la testa per guardare il cielo, si stiracchiava, poi diceva Toh, un falco pellegrino.
adesso sono un paio d'anni che c'è 'sta moda, uno scende dalla macchina nel parcheggio di un agriturismo, alza la testa per guardare il cielo, si stiracchia, poi dice Puttana merda un traliccio dell'alta tensione, oppure alza la testa per guardare il cielo, si stiracchia e dice Puttana merda una centrale elettrica.
poi lì spesso son dei bed and breakfast, di quei posti che se uno vuole si ferma anche a dormire, e la mattina dopo gli fan la colazione.
la colazione di solito è servita in una struttura tutta particolare come che ne so, un ottagono di legno, oppure una veranda sotto le viti, oppure un cerchio di pietre a secco col tetto di bambù.
poi le tovaglie son quelle giallo scuro, tipo pizzeria, uno dice Mah. poi le fette biscottate son quelle del mulino bianco porzione singola, due fette in busta di plastica, uno dice Boh. poi uno pensa e vabbè fare le fette biscottate, ma la marmellata, sarà fatta in casa la marmellata, guarda la marmellata è quella in confezioni singole, uno dice Ah.
poi però dice massì dai, non ci pensiamo, va alla finestra, prende una bella boccata d'aria, Puttana merda, il traliccio.
allora io mi chiedo, come si apre un agriturismo?
chiederanno qualcosa questi, non so, delle sovvenzioni, degli sgravi, non dovrebbero essere ecosostenibili o ecocompatibili, o biodinamici, o biosalcazzo?
a me quando finisco in questi posti lì mi viene un nervoso, mi viene, penso che magari han pure beccato dei soldi.
uno è li che fa colazione, ci son dei libri tipo Curarsi con le erbe, oppure che ne so, Yoga e benessere, oppure che ne so, Ascolta il tuo corpo, Piccole gite in grandi valli, Le confetture della nonna, poi dopo il caffè si affaccia alla finestra pensa Puttana merda il traliccio, ho dormito sotto un traliccio.
che io non sono un funzionario comunale, nè un politico, io sono uno che sa quattro accordi in croce ma mi vien da dire, non possiamo fare che se uno va lì dove deve andare prima di cominciare dei lavori e dice Voglio fare un agriturismo, Si, dovrebbero dirgli, e dove vorrebbe farlo? Vorrei farlo sotto un traliccio.
ecco la risposta giusta sarebbe Ma sei piciu?
martedì 17 agosto 2010
Africa Unite giro d'agosto - giorno quattordici
che poi in realtà è il giorno quindici, che ieri abbiamo mangiato la schiaccina Babilonia.
questa sera Melendugno, poi casa.
mi han detto che vicino a casa mia, sopra Prali, è venuta la neve.
mi han detto anche che il mio gatto sta meglio. il mio gatto ha avuto la bronchite per un mese, non stava mica bene.
ecco, io devo dire, c'ho voglia, di rivedere il mio gatto.
e le montagne.
e lavarmi con l'acqua di Pomaretto.
io se devo scegliere se lavarmi con l'acqua di Pomaretto o con l'acqua di un'altro posto, io scelgo l'acqua di Pomaretto. lava meglio.
dopo se riesco vedo Sandra Caputo, che non la vedo da quindici anni, e suo fratello Luca che non vedo da venti.
questa sera Melendugno, poi casa.
mi han detto che vicino a casa mia, sopra Prali, è venuta la neve.
mi han detto anche che il mio gatto sta meglio. il mio gatto ha avuto la bronchite per un mese, non stava mica bene.
ecco, io devo dire, c'ho voglia, di rivedere il mio gatto.
e le montagne.
e lavarmi con l'acqua di Pomaretto.
io se devo scegliere se lavarmi con l'acqua di Pomaretto o con l'acqua di un'altro posto, io scelgo l'acqua di Pomaretto. lava meglio.
dopo se riesco vedo Sandra Caputo, che non la vedo da quindici anni, e suo fratello Luca che non vedo da venti.
venerdì 6 agosto 2010
Africa Unite giro d'agosto - giorno due
che poi in realtà è il giorno tre, che ieri sono andato a tagliarmi i capelli. quelli che ho.
ieri Liguria, oggi furgone tutto il giorno direzione sud, day off. domani traghetto per la Sicilia.
se non altro in hotel c'è una bella moquette verde.
ieri Liguria, oggi furgone tutto il giorno direzione sud, day off. domani traghetto per la Sicilia.
se non altro in hotel c'è una bella moquette verde.
giovedì 5 agosto 2010
Africa Unite giro d'agosto - giorno uno

giorno uno.
che poi in realtà è il giorno due, che ieri abbiamo provato.
questa mattina ho fatto due cose che dovevo fare .
la prima son passato a pagare Audionauta, che ho comprato un mese fa un pre microfonico della Golden Age, un clone del Neve 1073, non l'avevo ancora acceso nè pagato, adesso se non altro l'ho pagato.
la seconda sono andato a tagliarmi i capelli. quelli che ho.
un po' che sono di sesso maschile, un po' che non sono ricco, un po' che non c'ho capelli, un po' che abito a Pomaretto, son degli anni che me li taglio da solo, i capelli. quelli che ho.
invece oggi vado a pagare Audionauta e poi gli faccio Ma senti, Audionauta, dove vado qua vicino a farmi tagliare i capelli, quelli che ho?
e lui mi fa Vai qua dietro, giri in via San Donato vedi subito un parrucchiere, lo riconosci che dentro ci son solo ragazze.
Andiamo dalle ragazze, mi son detto.
esco, giro in via San Donato, ho visto subito un parrucchiere, l'ho riconosciuto che dentro c'erano solo ragazze.
entro e dico Ciao ragazze, dovrei tagliarmi i capelli, quelli che ho, e loro mi dicono Accomodati pure! e io dico Grazie, dove mi accomodo? Dove vuoi, mi dicono.
allora mi metto su una sedia vuota e aspetto.
poi a un certo punto senza farlo apposta col piede sposto una roba per appoggiare appunto i piedi, e non so se si gira, cade, o cosa, ma ha fatto un rumore, ma un rumore, sembrava la guerra. mi han guardato tutte, e una delle ragazze mi fa Tranquillo succede sempre. Ah, succede sempre, rispondo.
dopo una ragazza non quella ma un 'altra mi dice Vieni pure qua, appoggia la testa all'indietro.
e mi lava i capelli. quelli che ho.
e io penso Porca puttana chissà se preso il bancomat.
e mi lava. poi mi massaggia. e io voglio quasi dirle Guarda ci siamo capiti male mi serviva un taglio alla buona, ma prima che mi escano le parole lei mi rilava e mi rimassaggia, e io penso Ma vaffanculo, e goditela una volta nella vita!
poi mi asciuga, poi mi mette una cosa, poi mi fa cambiare sedia, poi mi taglia i capelli, quelli che ho, ed è delicatissima, poi mi sciacqua, poi mi mette un'altra roba, poi mi asciuga, poi mi taglia i peli sul collo, poi mi passa il pennello col borotalco, e io penso Chissà se ho preso il bancomat.
alla fine mi han preso 10 euro, mi son passati i sensi di colpa.
questa sera Loano. sfoggerò il mio taglio estivo, come l'ha chiamato la ragazza.
a un certo punto mi ha detto Facciamo la piega?
Non ho tempo, le ho detto io.
- - -
bel concerto.
ho pensato solo a ballare, e quando penso a ballare, vuol dire che mi sento a posto col suonare.
sabato 13 marzo 2010
gli olandesi
io non lo so, uno incontra delle rock band olandesi in hotel, Good morning, ti dicono senza sapere chi sei, Nice to meet you, ti dicono dandoti la mano senza sapere chi sei, Have fun tonite and have a nice gig, ti dicono senza sapere chi sei, We're moving to Bologna, ti dicono senza che nessuno glielo abbia chiesto, I'm the bass player And me I'm the engineer, ti dicono senza che nessuno glielo abbia chiesto.
io quando incontro delle rock band olandesi in hotel, mi vien da pensare che noi siam proprio dei coglioni.
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