Visualizzazione post con etichetta chitarre e chitarristi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta chitarre e chitarristi. Mostra tutti i post

mercoledì 26 marzo 2014

...And Justice For Jason


Per quanto riguarda il postare delle puttanate, che è un'attività che mi viene benissimo, come ho fatto ad esempio a questo link, ecco a voi l'intero album "...And Justice For All" dei Metallica mixato col basso più forte, che nell'originale non si sente neppure una nota.

Fa strano, dopo 26 anni che ascolti un album senza basso.
Ma bella lì.

mercoledì 7 novembre 2012

California / Danimarca - 1996


Durante la gloriosa epoca del Palatrussardi milanese della seconda metà degli anni '80, ogni concerto heavy metal aveva degli elementi costanti.
Il fango del parcheggio, o la polvere, a seconda della stagione.
Le magliette illegali all'ingresso e all'uscita.
I biglietti belli.
Le luci brutte all'ingresso.
L'elettrizzante attesa.
Il boato incredibile di dodicimila scarpe divise equamente tra anfibi e Adidas alte che sbattevano a mo' di marcia sulle sedie blu delle tribune appena venivano spente le luci, e sembrava che stesse venendo giù il mondo.
Ma la costante massima, era sentire Master of Puppets a volume basso uscire dalle casse dell'impianto mentre i tecnici sistemavano le ultime cose.
E il momento di aggregazione più totale che mi fosse mai capitato di vivere, e che forse lo è tutt'ora, era cantare tutti insieme l'assolo armonizzato che Kirk Hammett fa nella parte lenta del brano.
Non si poteva non cantare.
Noi eravamo noi, e almeno avevamo qualcosa in cui credere.
Una unica "O" che durava una ventina di secondi e si snodava in una melodia barocca quanto energica, poi l'assolo continuava e ci si perdeva, ma non era importante. Avevamo già vinto, prima ancora che cominciasse il concerto.
Altro che "Pooo-Po-Po-Po-Po-Poooo-Pooo".
Dietro c'era tutta un'altra fede.
E noi dopo avere cantato in seimila l'assolo lento di Master Of Puppets, si poteva anche andare a casa.

lunedì 8 ottobre 2012

Anatomia musicale di una foto su facebook

Qualche giorno fa mia cugina Elena ha pubblicato su facebook delle foto in cui ci sono io sul palco con i Disco Inferno, saranno passati quindici anni, da quel momento lì.
Che io non suonavo mica nei Disco Inferno, suonavo negli Africa Unite, ma eravamo tutta una ballotta, così si diceva a quei tempi nel periodo post-Neffa, una ballotta.

E niente, in queste due o tre foto c'è questa ballotta che comunque è tutta da raccontare, rivederla adesso. Il cantante con la parrucca blu, all'epoca si faceva chiamare Priscilla, ora si chiama Roby ed è il cantante dei Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo, che uscirà per l'etichetta Lady Lovely.
Rossano, il chitarrista dei Disco Inferno di quel periodo, era un amico carissimo di Balistica, che sarebbe poi diventato il chitarrista della WAH Companion.
Un'altra persona che c'è in una delle foto, quella persona leopardata con la parrucca viola, si chiama Veronica, era poi finita a fare delle cose con i Subsonica, e adesso non fa più niente, se proprio deve fare delle cose, fa solo più delle cosine piccole, come dei tour mondiali con Tricky.
Poi sempre in quelle tre foto lì, che la pagina su facebook è una sola ma le foto sono tre, in una di quelle tre foto lì, vicino a mia cugina c'è Sara, che è una mia carissima amica, che dal vivo è una patata, in quella foto lì è anche una patata, con lei eravamo molto amici, poi ci siamo un po' persi dopo il 2001, poi adesso da qualche anno ci siamo ritrovati, che nel 2001 lei abitava fuori dall'Italia, ci eravamo scritti delle lettere, a me era scappata questa cosa che l'undici settembre non mi stupiva ci fosse stato, e che bisognava aspettarselo, e forse almeno adesso cambiava qualcosa, nella dinamica delle relazioni internazionali. Che in effetti l'avevo forse sparata un po' grossa, anche se non è che poi adesso io la pensi in maniera diversissima, ma forse, come l'avevo detta quella volta lì, l'avevo formulata forse male. E quindi niente, dopo, per divergenze di opinioni, non ci eravamo più sentiti per degli anni.
La cosa buffa, questa Sara è la sorella di Giovanna, che ci aiuta a stare dietro ai conti (inesistenti) dell'etichetta Lady Lovely, e canta anche con i Pellicans,  gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo. Quindi quella rasata a zero nella foto, è la sorella di quella dell'etichetta che adesso canta con quello che nella foto ha la parrucca blu, in un gruppo di musica reggae che produco io, che nella foto sono quello con i capelli lunghi e i baffi, e adesso che ci penso non ve l'ho detto, ma a un certo punto questo qua con la parrucca blu aveva cantato anche in uno dei miei progetti che si chiamava Limite, dove c'erano Kasko, il batterista della futura WAH Companion, e Andrea Pollone, futuro WAH Companion e Lady Lovely pure lui, che era il fratello Sergio Pollone, che nella foto è un po' nascosto ma si vede, perché all'epoca era il batterista dei Disco Inferno e anche fidanzato di Veronica, quella leopardata con la parrucca viola.
Vi siete persi?
Non importa, vado avanti.

Abbracciata alla patata c'è mia cugina Elena, mia cugina Elena, quando i miei mi regalarono la mia prima chitarra elettrica, una Melody made in Italy, l'unica chitarra al mondo basata sul modello Stratocaster ma col peso di un Les Paul, io non sapevo suonare quasi niente e guardavo con invidia e ammirazione mia cugina Elena che suonava con la mia chitarra Melody e il mio amplificatore Gorilla, E cosa suonava? direte voi,  suonava I wanna be your dog degli Stooges e I don't care dei Ramones, e sì che li imparai da lei, quei riff incisi sulla pietra della storia del punk-rock.
Nella foto accanto si vede anche Lucia, che era compagna di classe di Kasko, e che ora è la moglie di Paolo Gambino detto Il Greco, che nella foto non si vede, ma sarebbe poi entrato anche lui nei Disco Inferno come tastierista, adesso non suona più nei Disco Inferno, suona con Eugenio Finardi. Che poi Lucia, rimane pur sempre la sorella di Demetrio, buon amico da cui io comprai una telecaster nera  dopo eterne serate nel loro gazebo a suonare Lynyrd Slynyrd e Rolling Stones, la stessa telecaster nera che vedete nella foto in mano a me, che sono quello coi capelli lunghi e i baffi.
Continuiamo coi nomi dei presenti, nella foto c'è anche Luciano, che balla come un pazzo, se lo conoscete sapete benissimo che ancora oggi a distanza di quindici anni balla sempre come un pazzo, E cosa c'entra anche questo Luciano? direte voi, c'entra che Luciano abita a New York da tantissimi anni,  e scrive i testi per i Pellicans, gruppo di musica reggae di cui ho già prodotto il primo album, e adesso stiamo per mixare il secondo.
Prendetevi un caffè o un cioccolatino, che non è ancora finita.

Altri personaggi chiave nella foto, una ragazza romana che balla pure lei, anche se presa di spalle, si chiama Fiammetta, Fiammetta era la mia fidanzata quindici anni fa, Si ma cosa c'entra adesso allora questa Fiammetta? vi starete chiedendo, Fiammetta canta in un gruppo di Roma si chiama Bébé Donge, e il basso lo suona Tommaso Calamita, che Cosa c'entra Calamita, Calamita c'entra, perché Calamita fa parte dell'etichetta Lady Lovely. Poi se volete proprio saperla tutta, insieme a Fiammetta e Tommaso Calamita suona anche Federico Jolkipalki, che sarebbe poi il fratello di Cipo, il fonico dei Subsonica, quindi questo Federico JolkiPalki suona con questa Fiammetta della foto, e suo fratello Cipo stava al mixer quando Veronica, quella leopardata, saliva sul palco dei Subsonica.
Forse era meglio un moment, più che un caffè o un cioccolatino.
In seconda fila, quella con gli occhiali è mia cugina Giovanna, ma non confondetevi che non è la stessa Giovanna di prima, è un'altra Giovanna, che sarebbe poi la sorella di Elena, l'altra mia cugina che ha postato le foto, e grande amica di Donatella, di cui parlerò dopo. Giovanna ha un marito che si chiama Paolo, il fratello di questo Paolo si chiama Daniele, Daniele fino a un paio di anni fa era il direttore dell'APM, scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, in cui alcuni dei sopra citati si sono formati come fonici e produttori, come Balistica, altri addirittura ne sono diventati assistenti ai corsi come Andrea Pollone. E poi, sempre per rimanere su Giovanna, qualche anno fa abitava nello stesso stabile di Gualtiero, che oltre ad essere stato il fidanzato di Sara, quella di cui vi dicevo prima, è stato anche il primo produttore che fece andare me e Kasko in studio di registrazione, quando il nostro primo progetto si chiamava ancora Offals.
Ironia della sorte, dopo che avevo già scritto questo post, ma aspettavo oggi per pubblicarlo, ieri mi scrive Andrea Pollone mi fa Oh, c'è mio fratello Sergio che dice che ha trovato a casa un sassofono, che  l'avevi prestato tu a Veronica quindici anni fa, che doveva essere di un tuo amico, Ah sì, gli ho risposto, dev'essere di Gualtiero.

Ultima all'appello, ma non per questo meno importante, Donatella, cugina di Sara, quella rasata, e Giovanna, quella dei Pellicans. Donatella comincerà poi a suonare il basso, ed erediterà il basso dal bassista dei Disco Inferno Paolo Bruno. Poi si trasferirà a Bruxelles, dove una dozzina di anni dopo, ovvero adesso, lei e suo marito Renato ospiteranno me, che nella foto sono quello coi capelli lunghi e i baffi, ospiteranno me e la mia metà per qualche mese.
Volete sapere che fine ha fatto quel basso lì? Quel basso lì l'ho usato ieri sera alle prove, che Donatella me lo ha prestato, e proprio con quel basso lì ho passato le audizioni come bassista di un gruppo belga di garage rock. I Driving Dead Girl.

E ora posta un'altra foto, se hai coraggio.


mercoledì 3 ottobre 2012

E mi chiedi chi erano i Beatles

Oggi volevo cominciare con una cosa che non c'entrava nulla, col post di oggi, poi mi sono ricreduto, ne faccio a meno.
E dire che mi sarebbe piaciuto, cominciare con una cosa che non c'entrava nulla.
Dopo però mi sono accorto, oltre al fatto che non c'entrava nulla, era anche un po' darsi la zappa sui piedi, che volevo parlare male di una categoria di persone, che se tutto va bene a un certo punto dovrò poi anche conviverci, con questa categoria di persone, in un futuro neppure troppo remoto, se tutto va bene. Che c'è della gente, io non lo so come fanno a pagarla, per dei lavori fatti così male.
C'è della gente lavora in un modo così approssimativo, che io non lo so, mi viene un nervoso, pensare che questi fanno dei lavori anche importanti, e mica da ieri, no, questi fanno dei lavori importanti da venti anni, cose del genere. I politici, direte voi, No, non sono solo i politici, quella persona lì in particolare che mi era venuta in mente questa mattina non c'entra nulla con la politica.

Ad ogni modo.
Domenica sono andato col mio nuovo amico Vincenzò, che poi sarebbe Vincenzo ma è belga, e tutti dicono Vincenzò, domenica sono andato col mio nuovo amico Vincenzò in un posto vicino a Charleroi che c'era una jam session, è poi finita che ho suonato Purple Haze di Jimi Hendrix, che era l'unica che sapevo suonare e cantare insieme, allora niente, mi sono tolto la ruggine dalle dita e la muffa dal palmo della mano e sono andato a suonare. E guarda te come è piccola la vita, Purple Haze l'avevamo suonata in quel concerto lì del primo maggio che dicevo nell'altro post.
Dopo mi hanno detto Bravò, bravò, fanne ancora una, io suonare e cantare insieme, non sapevo suonare e cantare insieme nient'altro, allora ho fatto un blues lento, lentissimo, quando l'ho finito dopo nessuno mi ha poi più detto niente.
Sono andato a bermi una birra si avvicina uno alto, Avevi un suono bellissimo, mi ha detto in francese, e io l'ho ringraziato. Poi mi ha detto, sempre in francese, Ma sei tu che suoni bene, quel suono lì sei tu che lo fai, e io l'ho ringraziato. Poi mi fa Ma sei italiano? E io, Sì, sono italiano.
L'ho capito dall'accento, mi ha detto, perché anche io ho origini italiane.
Ah bene, e di dove? gli ho chiesto io.
Da notare che parlavamo in francese, che lui l'italiano non lo sa, o comunque non lo voleva parlare.
La mia famiglia viene dal nord, mi ha detto.
Ah, ho fatto io, anche io, e da dove viene la tua famiglia?
Vicino a Torino.
Ah, anche io. E dove esattamente?
Vicino a Pinerolo.
Ah! Anche io, gli ho detto! E vicino a Pinerolo dove?
Tu non conosce, mi ha detto. Paese picòlo.
E dimmi!
Ma non conosce!
E dimmelo, cazzo!
Peroso Argentino.
...
Gli ho detto Ma te, tu lo sai che io abito a 5 minuti a piedi da Peroso Argentino, che ho lo studio lì, che siccome non ho la patente prendo sempre l'autobus, dove abito io non passa neppure l'autobus, vado sempre a piedi a prenderlo alla fermata di Peroso Argentino?
E lui aveva le lacrime agli occhi.

Dopo sono uscito a fumare una sigaretta, che io non fumo mai, ho cercato di iniziare a trentatré trentaquattro anni, sono ancora lì che cerco di iniziare, non mi viene mica molto naturale. Insomma sono uscito a provare a fumare una sigaretta, c'era un altro italiano, che aveva suonato il basso nella jam session, Ah Torino, mi ha detto, qualcuno dei Pooh è di Torino.
Guarda non lo so, gli ho detto.
L'unica cosa che so, a un certo punto c'ha suonato la chitarra uno di Torino si, Ludovico Vagnone, l'anno scorso mi pare, che guarda come è piccola la vita, è il chitarrista di cui ho parlato nell'altro post.
Poi riattacca mi fa No, no, il chitarrista è Dodi Battaglia.
Guarda non lo so, gli ho detto, l'unica cosa che so dei Pooh, è che l'anno scorso qualche concerto l'hanno fatto con Ludovico Vagnone alla chitarra.
Mi sembra strano, fa lui, il chitarrista è Dodi Battaglia.
Che Dodi Battaglia è di Torino, non è di Torino?
Garda non lo so, gli ho detto.
Ah no, è Facchinetti, è Roby Facchinetti, il tastierista, che è di Torino.
Guarda non lo so, gli ho detto.
Ah no, è D'Orazio, è Stefano D'Orazio, il batterista, che è di Torino.
Guarda non lo so, gli ho detto.
L'unica cosa che so, gli ho detto, oltre al fatto he l'anno scorso qualche concerto l'hanno fatto con Ludovico Vagnone alla chitarra, Ma a me mi sembra strano, mi ha fermato lui, Ho capito, gli ho risposto io, l'unica cosa che so oltre a quella, conosco il fonico che girava con loro venti anni fa, diceva che era una produzione grandissima, avevano due palchi, quando suonavano in una città, il secondo palco era già nella città dopo.
Chi, mi ha chiesto lui, il chitarrista?
No, il fonico.
Il tastierista?
Quello che fa i suoni. Quello che sta al mixer.
Ah, no niente allora non lo conosco.
Lo conosco io, gli ho detto, lui si che è di Torino.

Poi io nel frattempo la mia sigaretta l'avevo lasciata spegnere e riaccesa sette otto volte, finalmente era quasi finita, che fumare per me è una fatica, non sono mica abituato.
Allora lui guarda un po' me, poi guarda il cielo e poi mi fa Eh, io li ho visti cinque sei volte i Pooh.
Secondo me, per me, guarda per me secondo me, i Pooh sono come i Beatles.



giovedì 27 settembre 2012

L' Aserejé del Tacatà


Quando ero ragazzino, c'era a Torino un chitarrista bravissimo, si chiamava Ludovico Vagnone.
Suonava in un gruppo di hard rock, si chiamava Knock Out.
L'album l'aveva prodotto un noto produttore italiano, si chiama Carlo Rossi.
Io li avevo conosciuti perché avevo suonato a un concerto del primo maggio a Torino in Piazza San Carlo con un gruppo, si chiamava Offals, che poi Offals senza la esse vuol dire "frattaglie", e i Knock Out avevano suonato dopo le frattaglie.
Pensarci adesso, Frattaglie sarebbe stato un nome molto più bello di Offals, ma non stiamo qui a darci la zappa sui piedi per scelte di vent'anni fa.
Ad ogni modo gli Offals erano l'embrione di quella band che poi diversi anni dopo si sarebbe chiamata WAH Companion. Sempre io, e un batterista che si chiama Kasko.
Mi ricordo prima ancora del soundcheck, c'era questo chitarrista  sul palco, seduto su un ampli, aveva i capelli lunghi e la coda, faceva delle cose impressionanti mentre aspettava, avrà suonato in tre minuti tutte le note che avevo suonato io da quando mi avevano regalato la mia prima chitarra fino a quel momento lì. E io ero ragazzino, mi piacevano quelle cose, e poi andavano ancora di moda.
La differenza tra Ludovico e gli altri era stata per me abbastanza evidente già allora, molti degli altri chitarristi metallari un po' scimmiottavano il virtuosismo americano in maniera goffa e imprecisa, Ludovico no, Ludovico suonava come uno di loro punto e basta, o almeno questa era l'impressione che mi aveva dato da ragazzino.
La moda del momento prevedeva dei discutibili fraseggi che racchiudessero l'esecuzione contemporanea di tutte le tecniche più avanzate, tipo sestine di trentaduesimi con tapping, slide, armonici artificiali, pull-off, hammer-on, whammy bar, string skipping, speed picking, alternate picking, wide vibrato.
Oppure raking, palm muting, harmonics, slide, trillo, soft vibrato, two fingers tapping, rolling, mano destra sul manico in prima posizione e mano sinistra tra settimo e dodicesimo, fino ad arrivare all'uso dei denti di hendrixiana memoria, e perché no, al più moderno trapano elettrico come generatore di rumore alla Van Halen, e per i più arditi ancora, il gran finale: plettro incastonato nella punta del Black & Decker ad imitare la cascata di note della scuola Paul Gilbert.
Paul Gilbert, apro e chiudo una parentesi, sappiate che è rinsavito, e fornisce le più sobrie e piacevoli lezioni di chitarra hard rock che si possano trovare online.
Detto questo, il gioco era mescolare tutte queste tecniche senza un minimo di senso ma riuscire ad eseguirle alla velocità della luce. Anzi no, era lenta, la luce.

Parliamo però di venti anni fa, Ludovico mi era piaciuto e il disco dei Knock Out lo avevo divorato, pieno com'era di citazioni di Steve Vai, David Lee Roth, Mr. Big e Van Halen. Qualche anno dopo avevo anche organizzato ai Knock Out un concerto nella mia scuola, credo insieme al mio compagno Massimo Gnone.
Poi da un giorno all'altro Ludovico era diventato dimostratore italiano della Parker, una chitarra talmente priva di anima da fare ribrezzo pure a me, che anima non avevo.
Poi era diventato dimostratore europeo della Parker.
Poi si era trasferito non lo so dove, forse in Spagna. Poi dopo ancora era finito a fare dei concerti enormi in Sud America con non so quale cantante, che se cercate su YouTube Ludovico Vagnone guitar solo, vedete quegli stadi pieni come li riempiono lì in Sud America, e lui che suona da solo davanti a  centomila persone.
Ma torniamo un po' indietro, a quando lì a Torino non giravano più molte notizie su Ludovico, che era in giro a fare il dimostratore della Parker.
A un certo punto, sembra che non c'entri nulla, invece poi alla fine c'entra, a un certo punto era uscito un pezzo in quegli anni lì, si chiamava Aserejé, di un gruppo di ragazze si chiamava Las Ketchup, e faceva più o meno così:
Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi

Ecco, quella lì.
E divenne un tormentone. Quell'anno lì non c'era stato verso di sentire altro, se non Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi

A un certo punto, a Torino giunse una voce, che quel brano l'avesse prodotto Ludovico Vagnone.
E lì insomma è stata dura.
Dopo un primo periodo di incredulità, tutti gli indizi e tutte le versioni confermavano questa cosa, in effetti Ludovico era andato via dall'italia metallaro, e c'era rientrato dalla finestra, anzi dalla radio, con un un brano che faceva Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi.
Per tutti noi che ancora cercavamo di capire come Nuno Bettencourt avesse settato il delay per suonare Flight of the Wounded Bumble Bee in centoventottesimi, fu un brutto colpo sapere che Ludovico Vagnone aveva prodotto Aserejé ja de jé de jebe Tu de jebere sebiunouba Majabi an de bugui an de buididipi.
Era la fine di un'epoca. Anche quelli bravi, anche quelli veri, anche quelli bravi e veri che scappavano fuori per farcela, rientravano dalla finestra con la chitarra appesa al chiodo, e al suo posto la capacità di arrangiare un brano di dance latina. L'avverarsi del peggiore incubo insomma.
La fine di un sogno e l'avverarsi di un incubo al tempo stesso.

E non posso non trovare delle analogie con me che me ne vado dall'Italia per aprire un'etichetta in Belgio, dopo che per vent'anni tutti in Italia mi hanno detto quanto sono bravo, e io di sentirmelo dire, mi sono  francamente anche un po' rotto i coglioni, che tanto non succede mai niente.

Ecco, tutto questo in realtà, io ho raccontato tutto questo solo perché  mi serviva come preambolo.
Quello che volevo dire era un'altra cosa.

Ti ricordi di Ru? Ma si dai, quello lì degli Africa Unite… Quello lì che aveva poi la WAH Companion, che avevano fatto Kir Royale quel video con la tipetta giapponese… Ma si dai, quello lì che aveva anche fatto qualcosa con Battiato, non ho mai capito se era vero o no. Che poi alla fine aveva fatto lo studio aveva prodotto Betzy… ma si dai, quello che aveva quella testata Hiwatt con la cassa VHT… quello blues dai cazzo, che prima aveva i capelli lunghi, adesso è un po' pelato, che suonava sempre con la camicia abbottonata… quello col tatuaggio in stampatello HAVE FUN sul braccio…
- Aaaaah si si, ho capito.
- Ecco. Sai tutte le cose alternative che ha fatto, adesso abita in Belgio, sai cosa ha prodotto?
- No, cosa ha prodotto?
- Ha prodotto il Tacatà.
- No!
- Sì. Atacabrò!
Dale mamasita con tu tacatà

Dale mamasita tacatà
Dale mamasita con tu tacatà

Dale mamasita tacatà 









lunedì 28 novembre 2011

Squier da strapazzo, mi sollazzo.

Visto che quegli stronzi di Alitalia mi hanno fatto problemi e non ho portato con me i miei strumenti, a un mese di distanza ecco la soluzione.

Chitarra made in Taiwan senza una meccanica da Cash Converter a Bruxelles: 79€ +
Meccanica mancante su Ebay Francia: 12€ +
Stuzzicadente per fare spessore e rifilettare con nuove viti: 0€ =

TOT: Fender Squier Affinity del '98 a 90€.



Fender Squier Strat Affinity, made in Taiwan, 1998. by Lady Lovely Label

martedì 1 novembre 2011

Parola di Pete Townshend

A creative person would prefer their music to be stolen and enjoyed than ignored. This is the dilemma for every creative soul: he or she would prefer to starve and be heard than to eat well and be ignored.

giovedì 13 ottobre 2011

Un semplice caso di omonimia plurima

C'è un tipo a Milano, si chiama Lorenzo Corti ma si fa chiamare Musical Buzzino, suona la chitarra.
Questo tipo ha sempre fatto un sacco di cose belle, ha fatto delle cose con Cristina Donà, ha fatto delle cose con Cesare Basile, a un certo punto si vede non aveva lavoro, ha fatto delle cose con Betzy.
C'è un tipo in Slovenia, si chiama Dominik Bagola ma si fa chiamare Balladero, suona il piano.
Quest'altro tipo mi ha contattato un mesetto fa, voleva sapere delle cose su Torino e sull' etichetta Lady Lovely. Mi ha fatto i complimenti per il catalogo, poi mi ha dato il suo album, è un bell'album.
Dopo ho capito che era amico di Lorenzo Corti, gli ho detto Scusa ma come fai a conoscere Lorenzo Corti?
Ha suonato le chitarre sul mio disco, mi ha detto.
Ah ecco, per forza sono delle belle chitarre, gli ho detto io. Lo conosco Lorenzo, ha fatto pure delle cose con Betzy, si vede non aveva lavoro.
Sai, mi fa lui, Lorenzo mi ha detto che pure tu sei molto bravo alla chitarra.
Allora non ci conosciamo, gli ho detto, è un semplice caso di omonimia plurima.


MUSICAL BUZZINO by musical buzzino

giovedì 11 agosto 2011

assolazzo heavy metal


Ciao amici, siccome sono in bolletta ho fatto questa merda di concorso, rispolverando e ripassando le mie influenze di quando ancora avevo i capelli lunghi. Ok, ok, di quando avevo i capelli.
Al miglior solo vanno mille dollaroni, quindi non si sa mai, le proviamo tutte pur di non trovarci un lavoro vero.
Il miglior solo non è eletto dal popolo ma dalla band stessa, quindi come dire, fate un po' il cazzo che volete. Se qualcuno fosse preso bene da goliardia e rimpianti metallusi, e volesse votarmi, ben venga. Puro spirito di fratellanza heavy metal come dicevo, perchè ai fini del concorso non serve.... però fa figo. o Sfigato, dipende dai punti di vista.
Ma noi piacciono sia i fighi che gli sfigati, quindi...

Ultima cosa, per chi fosse un secchione di chitarre e outboard:

I wrote the 1st part of the solo with a looper, so Yes, it is absolutely playable live, if you own one (I used the Ableton one). I recorded it in 4 tracks just for mixing purposes.
The 2nd part is just my Firebird in my VHT combo.
‎Gibson Firebird + Pittbull VHT + Sennheiser MD421 white vintage + Telefunken V72 + Aurora Lynx = LOL about every emulation suite.




mercoledì 18 maggio 2011

priorità

Betzy mi ha mandato un sms, dice che ha passato una serata mitica con Gilby Clarke, che poi ho controllato su Google, sarebbe quello che ha suonato la chitarra con Slash e tutto il resto. C'era anche scritto che alla fine gli ha lasciato Romancing The Bone, il disco di Betzy, appunto. Il disco che ha scritto lui e che ho prodotto io.
Allora gli ho risposto Buono! Diventiamo famosi?
E lui mi fa Adesso vediamo.
Poi gli ho mandato ancora un messaggio, gli ho detto Se possiamo diventare famosi prima di martedì per favore, che ho un impegno nel pomeriggio.

lunedì 21 marzo 2011

Crybaby che vai, CryBobi che trovi

quello qua sotto è un documentario sulla storia del pedale più famoso del mondo dopo quello della bicicletta.
il Crybaby.

è un documentario niente male.
soprattutto la parte che spiega come noi italiani avessimo i diritti di produzione del mitico wah-wah fino al 1982, anno in cui un bel giorno appena alzati dal letto ci siamo detti Ma che cazzo sarà mai il Crybaby, questa sera c'è il Drive In con Gianfranco D'angelo!, e glielo abbiamo ridato agli americani.

insomma non è andata proprio così, ma neppure poi troppo cosà.
ringrazio mio fratello Pakko e Giorgio Gianotto per la dritta.

buona visione!


Cry Baby: The Pedal That Rocks The World from Joey Tosi on Vimeo.

domenica 13 marzo 2011

Beppe Gambetta: lezioni di vita, non di chitarra

qui sotto c'è un'intervista a Beppe Gambetta divisa in quattro parti.
Beppe Gambetta è un chitarrista di Genova esperto di tecnica flatpicking, uno dei più grandi maestri al mondo.

in questa intervista trovate un po' di tutto, è un po' lunghetta in effetti, quindi se vi interessa prendetevi un po' di tempo.

si parla di chitarra, di Fabrizio De Andrè, di cultura, di Norman Blake, c'è qualche esempio di tipi di plettrate inusuali, c'è anche un brano eseguito per intero.

Beppe è una persona talmente interessante e provo un affetto e una stima così profondi e sinceri, che sul canale di YouTube dell'etichetta non l'ho messo sotto la playlist "for guitar player only", bensì sotto la playlist "cose furbe".
una maestro che dovrebbero conoscere tutti, non solo i chitarristi.

una persona piacevole, in tempi di tanta volgarità gratuita.

buona visione a che ne ha voglia.








martedì 8 febbraio 2011

come rovinare una buona take

ecco il perfetto esempio di una buona take completamente massacrata da un suono di merda.
tutto è così compresso che non esiste più dinamica.
un riverbero atroce tipo il famosissimo e temutissimo Catherdal. non so neppure se è aggiunto o se effetto della compressione, e manco mi prendo la briga di attaccare le cuffie per capirlo.
è tutto talmente schiacciato che sembra MIDI.
tremendo.
ecco io in questi casi mi chiedo che cosa insegnino a scuola.
a me piacerebbe sapere suonare così, invece non sono capace.
ma le orecchie le ho, per quanto mal ridotte, e porca miseria, non c'è bisogno di essere dei puristi per sentire che è talmente pompo da diventare spompo.

mi spiace pure fare aumentare le visualizzazioni, ma è un esempio eclatante.

cosa dite? ah, forse non è compresso, è solo il microfono del portatile che schiaccia?
a parte che non ci credo.
e se così fosse, qualcuno gli presti un cazzo di 57 e una M-Audio delle balle.

lunedì 31 gennaio 2011

una bislacca Let there be rock



riporto qua sotto uno dei commenti del Tubo e non aggiungo altro.
Let there be rock!

"Malcolm Young gave it the thumbs up so if an AC/DC member likes it ,all those with negative comments can go and suck a dick........."

giovedì 6 gennaio 2011

Tron Log III




Caro Diario,
quasi mi dimenticavo di dirti che la colonna sonora di Tron Legacy mi sa che l'ha fatta Bob Log III, infatti era anche uno degli attori che faceva il cattivo, peccato che non aveva la sua solita chitarra tutta rotta.

MotorPsycho VS MoTronPsycho


Caro Diario,
oggi pomeriggio sono andato al cinema a vedere Tron Legacy.
la cosa che mi è piaciuta di più era il papà del protagonista, che era preciso spiccicato a Snah, il chitarrista dei Motorpsycho.

giovedì 21 ottobre 2010

sarà che Balistica mi ha detto di comprarmi una chitarra acustica

ho sognato che ero all'estero con la mia morosa e passavamo un controllo tipo aeroporto, o metropolitana. consegnamo i documenti, passiamo il check, poi dopo il metaldetector o quel che era, ci ridanno i documenti.
…Goodmorning sir, here you are your passports, Ruggero Catania and Norman Blake.
No aspetti, la mia compagna non è Norman Bla….
NORMAN BLAKE?????
prendo il documento mi giro Hey Norman!!
su gira un tipo insieme a un altro tipo, che poi non era affatto Norman Blake, però era proprio lui, I've got your Passport, gli dico.
avevano una bella custodia nera, bella grande, una a testa.
Well, nice to meet you I'm a huge fan of you!
cioè glielo dicevo io a lui eh, non lui a me.
e così ho conosciuto Norman Blake.

Norman Blake per chi non lo sapesse è un chitarrista bluegrass, country, insomma.
e non voglio leggere commenti di psicologia da quattro soldi che preferisco la chitarra alla figa, siamo intesi?
loro convivono benissimo nei miei pensieri. Yin e Yang.