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venerdì 10 agosto 2012

Teresa Numa, Monica Vitti, Dacia Maraini e il tzatziki

Monica Vitti: - L'Italia è prorpio fatta a cazzo di cane.
Signora in lutto: - Vergognate! Parlà accusì davanti a un morto!
Monica Vitti: - Ma vergognatevi voi altri. Che siete 'na manica de gran fiji de 'na mignotta.

Dalla mia amica Wikipedia:
"Teresa la ladra è un film del 1973 diretto da Carlo Di Palma.
Tratto dal romanzo Memorie di una ladra, scritto da Dacia Maraini nel 1972."
Fino a un paio di anni fa c'erano altre due cose, che non mangiavo volentieri, oltre alle carote bollite.
Lo yogurt, che mi sembrava sempre acido e mi faceva correre in bagno in due secondi netti, e il cetriolo, che invece mi piaceva ma poi lo ruttavo anche dopo il caffè, e anche dopo il caffè dell'indomani.
Adesso invece sono un paio d'anni che ci vado pazzo, sia per lo yogurt che per il cetriolo. Poi se vi interessa vi rassicuro, non devo più ruttare né correre in bagno. Non so come mai, ma tanto meglio così.
L'apoteosi è stata ieri, che sono riuscito a preparare un tzatziki quasi perfetto.
Prendendo ancora in prestito dalla mia amica Wiki:
Lo tzatziki (in greco τζατζίκι, in bulgaro снежанка e in armeno cacık) è un tipo di antipasto grecobulgaro e armeno usato anche come salsa o contorno.
Descrizione
La base comune a tutte le principali tradizioni viene preparata con yogurt, generalmente di pecora o di capracetrioli, in forma di purea o finemente spezzettati, agliosale e olio d'oliva.
Io questo tzatziki l'ho scoperto solo un mese fa, che in Grecia non ci sono mai stato, l'ho scoperto in Liguria. Pensa te i casi della vita, un piemontese parte da Bruxelles per scoprire una salsa greca in Liguria. Adesso che lo conosco poi, mi sembra che fossi solo io a non conoscerlo, questo tzatziki, vedo solo gente che mangia tzatziki, gente che prepara tzatziki, gente che compra tzatziki, tutti che parlano di tzatziki, adesso almeno so cosa dire, durante queste conversazioni sul tzatziki, almeno adesso posso dire  delle cose tipo Ah si, il tzatziki!
Prima invece non sapevo cosa dire, quando si parlava di tzatziki, e adesso con le olimpiadi ancora peggio, che io non ci capisco niente neppure di quelle, Tzatziki sarebbe diventata una parola  che mi sarei fatto di sicuro delle brutte figure, adesso con le olimpiadi.
Tipo a cena da amici.
- Hai visto il tzatziki?
- Eh ho visto, potevo rispondere, Va veloce da dio!

Per tornare a noi, alla fine per me Monica Vitti è un po' come il tzatziki, una volta non la sopportavo, mi ricordo quando ero bambino ai miei genitori piaceva un sacco, io non la potevo vedere, non la digerivo.
Sempre a fare 'ste scene in cui si prende le botte sulla spiaggia, sempre con quella voce rotta, e io non capivo se a vederla avrebbe dovuto farmi ridere o farmi piangere. Mi innervosiva e basta.
Sophia Loren, Sophia Loren la capivo anche da bambino. La scena dello spogliarello di "Ieri, oggi, domani" con Marcello Mastroianni sul letto che la guarda, non si può non capire, è uno spogliarello, e lei è una bella topa, c'è poco da capire.
Monica Vitti invece, sempre che piagneva, che se pijava 'e botte, 'na donna distrutta, sventurata, e che due coglioni!
Ma adesso, cosa posso dire adesso?
Va bene dai. Mi sono innamorato anche del tzatziki.


venerdì 15 giugno 2012

Il buon blogger si vede dal mattino

 Ieri parlavo con un tipo che di mestiere scrive, a un certo punto gli ho detto Anche io scrivo, ho un blog da un sacco di anni, l'unica cosa non sono costante.
Male, mi dice il tipo che di mestiere scrive, un blogger deve scrivere sempre, tutti i giorni.
Tutti i giorni? gli chiedo io, ma io a scrivere una roba sono capace di metterci tre ore, scrivere tutti i giorni diventa impegnativo, per uno che non è come te che scrive di mestiere.
Bisogna avere disciplina, mi dice il tipo che di mestiere scrive. E tu, ce l'hai la disciplina?
Io cosa? gli dico con una faccia che a ripensarci adesso poteva anche essere la faccia del babbeo.
La disciplina. Tu, ce l'hai la disciplina?
Disciplina proprio disciplina no.
Forse a ben cercare potrei avere qualcosa dei Disciplinatha, ma non ci metterei la mano sul fuoco neppure su quello.
Disciplina ognuno c'ha la sua, io ad esempio, mi dice il tipo che di mestiere scrive, il mio blog lo scrivo la mattina presto, faccio colazione con mio figlio e parliamo, che è importante parlare, poi quando lui esce per andare a scuola, io attacco subito a scrivere, al più tardi alle nove il pezzo è in rete. Ma non è per forza così che devi fare tu.
Tu ce l'hai un figlio? Mi chiede.
No.
Vedi?

Allora io questa mattina ho messo la sveglia presto, sono andato in cucina, ho preparato la colazione per me e mio figlio, che io non ce l'ho, un figlio, ma volevo vedere se questa cosa funzionava, e ho preparato la colazione per tutti e due.
Ho scaldato un po' il latte, non troppo perché poi se bolle a mio figlio il latte non gli va più bene, ho tagliato delle fette di pane, ho preso il burro e la marmellata dal frigo, ho sbucciato una mela ne ho fatto tutte delle barchette e le ho messe bene bene su un piattino, sembrava la flotta del pirata Barbanera.
Allora poi ho chiamato mio figlio, Oh, gli ho urlato, è pronto non fartelo ripetere cento volte!
Ci siamo seduti a fare colazione, io gli ho parlato di tutte le cose che avevo fatto durante la settimana, che si vede proprio che parlare fa bene. A un certo punto prende una barchetta, sceglie quella più centrale di tutte, poi mugugna qualcosa su una flotta spaziale.
Cosa hai detto? gli chiedo.
Niente, fa lui.
No, adesso mi dici cosa hai detto.
Ho detto che è la flotta spaziale.
Lo vedi che sei ignorante, gli dico, non lo vedi che che è la flotta del pirata Barbanera?
Per me era una flotta spaziale.
Ma non lo vedi che sono delle barchette? Eh? Non lo vedi che sono delle barche?
Mi ha detto di no, che infatti secondo lui non galleggiavano mica, quei pezzi di mela, mentre volare potevano volare velocissimi, e se volevo mi faceva vedere anche subito come volavano, gli ho detto che ci credevo e andava bene così.
Alle otto meno venti siamo usciti sulla strada, poco dopo è passato l'autobus, ho ficcato mio figlio sull'autobus.
Appena l'autobus è ripartito ho picchiato sul finestrino dove era seduto lui, Era il pirata Barbanera! gli ho urlato fortissimo, che anche quelli per strada mi hanno guardato come se avessi detto qualcosa di brutto.
Mentre mettevo a posto la colazione, ho ancora trovato una barchetta dietro la tazza, probabilmente un disertore, me lo sono mangiato.
Poi mi sono messo a scrivere, adesso sono le nove meno venti, sta a vedere che per le nove il pezzo è in rete.
Questa cosa della disciplina, aveva ragione il tipo che di mestiere scrive, uno per essere un blogger deve avere un figlio.

mercoledì 16 maggio 2012

L'assurdo come stile di vita


        (la ragazza esce sul balcone)
- Brrr, che freddo, oggi ci va proprio il cappotto!
        - - - 
- Ciao, io vado.
(la ragazza esce di casa senza cappotto)



Io delle volte non lo so se faccio parte di una vita normale, insieme a delle persone normali, oppure se io e le persone che mi stanno accanto siamo completamente squinternati.
Il monologo sopra, ad esempio, uno dice Bello, Waiting for Godot, l'ho letto al liceo.
Invece no, il monologo sopra è la mia fidanzata.

lunedì 9 gennaio 2012

Olly

foto di Daniele Celona

Ciao Olly, sei stato un signor gatto.
Ho aspettato un mese prima di provare a scrivere qualcosa su di te.
Eppure non ci riesco neppure adesso.
Solitamente mi viene facile scrivere e difficile parlare.
In questo caso mi viene difficile parlare e impossibile scrivere.
Volevo ringraziare tutti quelli che si sono occupati di te in questi anni, quelli che hai riempito di pelo mentre ti facevano le coccole, quelli che hanno seguito le tue avventure sul web, e soprattutto quelli che ti hanno dato qualche croccantino quando io ero in giro a suonare qua e là.
Che tu da solo non avresti saputo cacciare neppure una lucertola.
Cosa posso dire di altro che non suoni patetico, non so.
Tipo che pur di riaverti sarei disposto a sopportare altre cento volte l'odore di quella notte che sei stato male, e la tua cacca era talmente brutta che mi ha svegliato la puzza alle 5 di mattina nonostante la porta chiusa, e ho dovuto pulire subito e mi veniva il vomito.
Facciamo dieci volte va'.
Comunque sei stato un signor gatto, a parte quella volta lì.
Senti, salutami Tuffo Dei Tigli. E' quel cane bianco tutto batuffoloso arrivato più o meno con te. Magari vi siete incrociati alla reception.

Ciao Olly, ci vediamo nel paradiso dei fifoni.



sabato 20 agosto 2011

Andiamo bene

Cara, visto che oggi l'avrai sentito cento volte, cosa ne pensi del brano che sto mixando? Perchè non mi hai detto nulla, e se non mi hai detto nulla, vuol dire che non ti piace.
- Beh, diciamo che la base sembra un po' quella dei baracconi del luna park.
Andiamo bene, è l'unica cosa che ho fatto io.
- Oh, scusa.
Figurati, immaginavo. Piuttosto, cosa intendi per baracconi del luna park? In che senso?
- Cioè non baracconi, come posso dirti... diciamo che sembra una base da karaoke o da pianobar.
Perdonami un attimo vado a scrivere una cosa sul blog.
...
...
¨∞ª∆∞√∆ªH∞∆øœ¨´‹‹~`´¨```≠≠``´÷´‹~xxXXXXXXxxgyguyue743!!!!!!!

mercoledì 27 luglio 2011

Il bello della lingua italiana

Io non mi ci ero mai soffermato, ma sul vasetto della Nutella c'è scritto "Crema da spalmare alle nocciole".
Così c'è scritto, sul vasetto della Nutella.
Crema da spalmare alle nocciole.
Allora io mi sono immaginato che se uno va al mare con delle noccoiole, magari è lì sotto l'ombrellone lui e le sue nocciole, a un certo punto loro vogliono andare a fare un giro.
Nocciole! Dove andate? A fare un giro? Allora venite qua che vi spalmo la crema. Che il sole scotta, poi vi abbrustolite non va mica bene.
Adesso spalmiamo bene la crema alle nocciole... ecco fatto. Non buttatevi in acqua che avete appena fatto merenda, va bene? Il bagno lo facciamo dopo, coi braccioli.

...crema da spalmare alle nocciole...
Nocciole, venite qua! Dai che vi spalmo la crema.

Poi dopo tornano le nocciole con tutta la sabbia appiccicata sulla crema, che sarebbe poi della Nutella, ci sono queste povere nocciole con tutto il guscio intorno, e intorno al guscio c'è la crema, e intorno alla crema c'è tutta della sabbia appiccicata, alla fine sono come delle palline di sabbia, hanno un caldo che non si può capire.
Si, adesso andiamo a fare il bagno e ci puliamo. Prendete i braccioli che non sapete ancora galleggiare!
Hanno un caldo poverine, con tutta la crema e la sabbia, poi gli prude, anche, tutta quella sabbia.
Cosa dite? Le nocciole della spaggia accanto facevano merenda con pane e Nutella? Beh perchè sono nocciole cannibali. Voi no, siete nocciole normali. Sciacquati bene, che hai tutta la sabbia.

martedì 10 maggio 2011

cosa mangiamo oggi

vediamo vediamo....
plug-in alla piastra, eco di Cupertino allo zafferano, ratio di compressore in clip...
mmm....
no no no, ho trovato:
lancette di V-meter con potenziometri caramellati!

stare in un paese piccolo

Stare in un paese piccolo ci sono delle cose che fanno ridere.
Ad esempio, ci sono delle persone che conosci, e delle persone che non conosci. Quelle che conosci ti salutano. Forse. Quelle che non conosci, non ti salutano.
Se entri in un negozio e il negoziante non c'è, ma nel negozio ci sono nelle persone che non conosci, entri e dici Buongiorno, oppure dici Salve, oppure dici Ciao, beh quelle persone che non ti conoscono non ti salutano, perché non ti conoscono.
Chissà chi saluta, pensano.
Ma mica rispondono al saluto.
Poi ci sono delle volte, che magari perché si sbagliano o cosa, allora ti rispondono e salutano. Ma la volta dopo che ti vedono per strada, o nello stesso negozio, ecco, non ti salutano. Perché mica ti conoscono.
C'é un tipo che frequenta il bar qua sotto casa mia, è sempre lì, a un certo punto ho cominciato a salutarlo. E lui mi risponderva.
Ciao, gli dicevo, e lui, Ciao.
poi la volta dopo, Ciao, e lui, Ciao.
siamo andati avanti credo un anno.
Poi un giorno non l'ho salutato, ho detto vediamo se mi saluta lui.
No.
Non mi ha salutato. E neppure la volta dopo.
E ci credo cazzo, mica mi conosce.

giovedì 31 marzo 2011

Prima era già tardi

Prima era già tardi, tipo l'una di notte.
Ho spento il portatile per andare a dormire e mi sono accorto che avevo addosso la giacca. Ma non una giacca normale, un giaccone pesante, un giaccone invernale velluto fuori e pelo bianco dentro.
Praticamente ho lavorato tutta la sera al computer col giaccone velluto fuori e pelo bianco dentro.
Alle otto ero sceso un attimo a recuperare il gatto in giardino, e poi mi sono dimenticato di toglierlo. Ho cucinato, mangiato, lavorato, tutto col giaccone.

Poi quando me ne sono accorto sono andato in cucina per chiudere le persiane e mi sono accorto che avevo dimenticato la porta del balcone aperta. Per quello allora, che mi ero dimenticato per tutta la sera di togliermi il giaccone, perché avevo dimenticato la porta del balcone aperta.
Per fortuna mi ero dimenticato di attaccare il termostato.

venerdì 25 febbraio 2011

grazie a tutti per gli auguri

ecco. ve la siete cercata.
mi avete fatto troppi auguri e mi avete commosso.
ora vi beccate il regalo del mio compleanno, quello che faccio io a voi.

grazie grazie grazie!
Ru


venerdì 4 febbraio 2011

la signora-telefonata

prima sono andato alla posta, la signora prima di me quando è arrivata allo sportello ha detto Ho un problema col conto di mio figlio, sono stata telefonata e mi han detto che è sotto.
a me veniva da ridere.
la ragazza allo sportello, non la signora, quella dall'altra parte dello sportello, quella che lavora alla posta, si vede che non aveva sentito bene ha chiesto di ripetere, al che la signora da questa parte dello sportello, quella prima di me, ha ripetuto a voce piena scandendo bene le parole, Sono stata telefonata!
allora io ho preso il mio vecchio Samsung dalla tasca e ho scritto un sms a mio papà, gli ho scritto così:
Alla posta una signora ha appena detto Sono stata telefonata.
lui mi ha risposto subito con altri due o tre esempi, che mio papà va matto per questo genere di cose.
a me veniva da ridere.
mi sono immaginato quella signora che Era stata telefonata, in un'altra vita.

...Eh si, Alice, tu non lo puoi sapere ma si nasce e si muore, poi si rinasce e si rimuore, infinite volte. E a seconda di come ci comportiamo, ogni volta rinasciamo con una forma diversa, se ci comportiamo bene, rinasciamo cose più belle, se ci comportiamo male, rinasciamo cose più brutte.
- Ooooh... nonna, e tu cos'eri?
Beh Alice, la nonna è stata molte cose. La nonna è stata cavallo, omino di marzapane, la Regina Elisabetta, una volta addirittura sono stata telefonata.
- Sei stata telefonata?
Si si, hai capito bene! Sono stata telefonata! Ma devo essere stata una bella notizia, perché ora come vedi sono nonna.
- Ooooh... nonna, anche io da grande voglio essere telefonata!

a me veniva da ridere.
poi sempre mentre ero in coda dietro questa signora-telefonata, mi è venuta in mente una cosa che non c'entra assolutamente nulla però è anche un po' simile.
c'è un mio caro amico, un musicista, uno che bazzica a Torino, uno conosciuto, una volta ne ha sentita una bella.
per chi avesse il dubbio, No, non sono io, non sto parlando di me, è uno che suona un altro strumento, non la chitarra.
comunque erano a suonare in giro, non so dove, che questo è uno che va molto in giro a suonare, magari anche con gruppi diversi, ma ora non posso dirvi tutto, beh questo mio amico, che non sono io, era in giro a suonare con qualche gruppo.
poi lo so, che più dico che non sono io, più voi penserete che io stia parlando di me, invece no, giuro, è uno di un'altra valle, e No, non stiamo parlando di quello alto coi capelli strani.
adesso basta però
dicevo.
questo mio amico era in giro a suonare con qualcuno, poi dopo il concerto, si becca una tipa, credo si dica così, beccarsi una tipa, insomma questo mio amico si becca una tipa e cominciano a cincischiare.
poi non so esattamente, che io non c'ero quella volta lì, ma nell'ambiente è diventata ormai un grande classico, insomma, è un episodio conosciuto.
insomma io non so poi se fossero in camerino, se fossero in una stanza di albergo, o dove fossero.
però questo mio amico è anche uno un po' impaziente no, non è proprio uno che te le manda a dire, e dopo un po' che la tipa cincischiava, si vede che la tipa ha capito che doveva smetterla di cincischiare, e allora questa tipa, non so se fossero in camerino, in una stanza d'albergo o dove fossero, questa tipa guarda negli occhi il mio amico e scandendo le parole esattamente nello stesso modo in cui ha fatto oggi la signora prima di me alla posta, solo con un accento del sud anziché del nord, insomma lo guarda negli occhi e gli fa:
Lo vuoi leccato?
così gli ha detto, Lo vuoi leccato?

e l'aneddoto sarebbe anche finito qua.
ci tengo però a sottolineare che in realtà non so come finì la storia, perché giustamente, il racconto dell'episodio è sempre finito lì, sul Lo vuoi leccato, poi sapere se quel mio amico aveva poi finito con l'averlo avuto leccato o meno, non è neppure così interessante.
e poi comunque, conoscendolo, dubito che abbia opposto resistenza al fatto di poterlo avere avuto leccato.
quindi quasi sicuramente, quella famosa volta quel mio amico lì l'avrà avuto leccato, a meno che sul più bello, lei non sia stata telefonata.

martedì 1 febbraio 2011

febbraio niente male sulla neve mele


fagioli, finocchio, ulivi punciuti fatte da mio padre, parmigiano reggiano, mela, sale, pepe, olio buono, sole e neve che si scioglie.
adieu.

giovedì 20 gennaio 2011

ciò che non sapevo di Tim Simenon

scopro ora, maledetta ignoranza, alcune chicche degne di nota.
il produttore inglese Tim Simenon, per chi non lo sapesse, è quel tizio che negli anni '90 riunì tutta una cricca sotto il nome di Bomb the Bass con un album spettacolare dal nome Clear, del cui brano Dark Heart (featuring Spikey T), sono da sempre innamorato. uno dei miei brani preferiti di sempre. parliamo del 1994 e fin qua ci siamo, o meglio, c'ero, lo sapevo. giuro.
poi ho scoperto andando a spulciare, che sull'onda dell'entusiasmo gli fecero produrre niente meno che Ultra dei Depeche Mode, altro album spettacolare. dove c'erano Barrel of a Gun e It's No Good, per intenderci. roba forte.
allora continuo a spulciare, e cosa scopro? che nel 1988 il team di Bomb the Bass era già superattivo, e fece uscire un brano dal titolo Megablast. e forse, lo sapevo anche, in qualche angolo del cervello.
quello che proprio non sapevo, o che avevo negligentemente scordato, è che Megablast altro non è, per quelli della mia generazione, che la colonna sonora del mitico videogioco Xenon-2.
e sai cosa? c'era anche scritto grosso come una casa. Music by Bomb the Bass, così c'era scritto sul videogioco, che ce l'avevamo sull'Atari, noi.
solo che io avevo 12 anni, e nel 1988 per me uscì solo ...and Justice for All, non Megablast. cosa di cui vado anche fiero, non capiamoci male.
ad ogni modo.
ecco a voi le due versioni.
Bomb the Bass, Megablast VS Mitmap Brothers - Xenon 2
(per gli impazienti, la seconda versione diventa digitale, vera colonna sonora del gioco, al minuto 1.00)



mercoledì 19 gennaio 2011

Skype-scraper

tempo fa su Skype erano tutti visibili, ti scrivevano e chiamavano amici e nemici ogni tre secondi, era tutto un circo che non si riusciva mica più a lavorare, con tutti questi saluti e salutini.
insomma non si capiva una mazza.
adesso invece c'è questa moda qua dell'invisibile, adesso adottano tutti questa tecnica, sono tutti invisibili. entri in Skype ci sono sempre i soliti tre o quattro coglioni, gli altri che si credono più furbi sono tutti invisibili. non sai mai se ci sono, o se non ci sono, o se ci sono ma sono nascosti, se sono nascosti e non rispondono a nessuno, se sono nascosti e non rispondono solo a te, o se non vedono, o se non sentono, poi parli con uno che doveva parlare con un altro gli dici Ma come, non lo trovi? Pensa che io invece ci ho appena parlato.
insomma non si capisce più una mazza manco adesso, peggio di prima.

martedì 18 gennaio 2011

l'insolita minestra

oggi ho inventato una minestra buonissima.
si chiama acqua salata di sedano rapa.
ecco la ricetta, poi fatemi sapere cosa ne pensate.

ingredienti:
un vecchio sedano rapa
mezza carota così così
due grani di pepe rosa
un chiodo di garofano
sale grosso q.b.

preparazione:
prendete il vecchio sedano rapa, mi raccomando che sia ben vecchio, anche di un mese o più andrà benissimo, togliete la parte esterna con un coltello affilato e tagliatelo a dadini. pelate la mezza carota (va bene anche se già un po' molliccia) e tagliate anch'essa a dadini. mettete sul fuoco in una pentola con quattro dita di acqua, aggiungete il sale grosso. coprite col coperchio.
quando l'acqua bolle aggiungete i due grani di pepe rosa e il chiodo di garofano. fate attenzione che il chiodo non sia arrugginito perchè la minestra rimane molto più pesante da digerire.
richiudete il coperchio, fate una telefonata di mezz'ora al vostro ufficio stampa, poi togliete la minestra dal fuoco.
servite ben tiepida senza aggiungere olio.

variante:
se non vi piace il sedano rapa, potete anche non metterlo, va bene anche solo con la mezza carota così così.
in questo caso potete chiamare la minestra semplicemente acqua salata, in quanto del sedano rapa non c'è più traccia.

curiosità:
siccome il sedano rapa quando invecchia ha dei puntini marroni, la minestra assomiglia un po' all'ananas in scatola. se volete fare uno scherzo simpatico, togliete tutti i pezzettini di carota che sono facilmente riconoscibili, poi servite la minestra fredda a fine pasto, possibilmente nelle coppette da dessert e con un po' di brodo, che sarà dello stesso colore dello sciroppo dell'ananas. guarnite con uno o due savoiardi, avendo cura che siano per metà inzuppati di brodo. i vostri ospiti cominceranno sicuramente dal savoiardo, si aspetteranno il gusto di ananas, e invece mangeranno il savoiardo inzuppato nella vostra fantastica acqua salata di sedano rapa!
...successo assicurato!
;-)

martedì 14 dicembre 2010

le regole della casa. #1

una bella regola della casa è questa:
cerca un sacchetto piccolo, troverai solo sacchetti grandi, cerca un sacchetto grande, troverai solo sacchetti piccoli.
esiste però un modo, anche se un po' complicato, per uscire comunque sani e salvi da questo dedalo.
si tratta di mettere di tanto in tanto un sacchetto piccolo insieme a quelli grandi, e un sacchetto grande insieme a quelli piccoli. non tanti, l'ideale è un rapporto di 1:12 o 1:13.
poi bisognerà dimenticarsi di avere mischiato i sacchetti. ed infine cercare il sacchetto piccolo non dove sarebbe naturale trovare un sacchetto piccolo, ovvero insieme a tutti gli altri sacchetti piccoli, bensì dove avremmo in mente di trovare solo sacchetti grandi. e chiaramente, viceversa.

attenzione però, le cose non sono semplici come sembrano, perché quella del dimenticarsi di avere mischiato i sacchetti, è una fase molto delicata in questo processo di risoluzione del problema.
la dimenticanza non è un'azione volontaria. l'essere umano non possiede la capacità di dimenticare le cose a comando. esistono sotterfugi che la nostra mente applica all'occorrenza a livello di subconscio, facendo finta di scordarsi le cose, tuttavia i ricordi non vengono realmente rimossi, ma soltanto spostati in un angolo del cervello più difficile da raggiungere dal nostro intelletto. tutto questo per dire che è inutile fare finta di dimenticarsi, per far sì che la tecnica funzioni bisogna avere davvero dimenticato di avere mischiato i sacchetti.
ma perchè mi soffermo tanto su questo particolare? in che modo questo particolare sulla dimenticanza reale o la rimozione parziale e momentanea del ricordo assume un ruolo così determinante?
nel primo caso, la dimenticanza reale farà sì che cercare un sacchetto piccolo nei sacchetti grandi possa dare l'effetto sperato, ovvero trovare in effetti un sacchetto piccolo mischiato a quelli grandi, posto in cui non ci saremmo aspettati di trovarlo.
nel secondo caso, al contrario, faremo finta di cercare nel posto sbagliato, aspettandoci in realtà di vedere spuntare un sacchetto piccolo in mezzo a una moltitudine di sacchetti grandi. staremo quindi in tutta onestà cercando un sacchetto piccolo nel luogo in cui, sotto sotto, ci aspetteremmo di trovarlo. e pertanto, stando alla prima regola della casa, che è il punto da cui siamo partiti, cercando un sacchetto piccolo in una moltitudine di sacchetti grandi, troveremo per forza ciò che non ci aspettiamo, ovvero sacchetti grandi, perché il nostro subconscio starà cercando di ingannare l'io razionale, e la materia si plasmerà fino a fare sparire anche quel singolo sacchetto piccolo dall'insieme dei sacchetti grandi, anche se lo avevamo nascosto bene.

devo ammettere, non senza un pizzico di vergogna, che a me ben riesce questa tecnica, perché di fatto non mi ricordo mai nulla di dove metto le cose in casa, e questo rende molto più semplice il mischiare i sacchetti piccoli nei sacchetti grandi e i sacchetti grandi nei sacchetti piccoli, senza in effetti che io possa ricordarmi di averlo fatto.
c'è poi un altro problema ben più grosso, che è, quando si cerca un sacchetto piccolo, ricordarsi dove cazzo sono i sacchetti grandi, ma a questo, almeno che io sappia, non sono ancora state trovate soluzioni.



buono studio, e iscrivetevi per stare aggiornati con tante altre magiche regole della casa!