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martedì 18 marzo 2014

L'insostenibile leggerezza dell' helpdesk

L'utilissima chat con esperti dei servizi web a pagamento, aperta 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.
Per qualunque evenienza.
#ITexpertwebconsultantSEOaccountmanager.


venerdì 3 maggio 2013

Jeff Hanneman non deve morire

Ieri è morto per insufficienza epatica Jeff Hanneman, chitarrista e fondatore degli Slayer.
Non aveva neppure cinquant'anni.
Berlusconi ne ha quasi ottanta, è ancora vivo e vegeto, e continuiamo stoicamente a tenercelo seduto in poltrona, lui e la sua congiuntivite del cazzo.

Fai buon viaggio, Jeff.
E quando ti sei ambientato, vieni a togliercelo dai coglioni.


domenica 20 gennaio 2013

Il PDL colpisce ancora


"Gente che che ama la gente, che non prova invidia,
che odiare non sa"

is the new:
"Via metti quell' arma, male non voglio farti"

lunedì 24 settembre 2012

Beh, è un bellissimo localino, Bob!


Diciamo le cose come stanno.
Sono tornato a Bruxelles da poche ore, sono passato a fare quattro parole con Bob al suo ristorante, e ora sono a lavorare col portatile in un bar vicino a casa, perché questo bar ha il wi-fi (ui-fi, come pronunciano loro). Man mano che arrivano i gestori, salutano tutti, vengono da me al mio tavolino mi danno la mano, mi chiedono come va.
Pomaretto, Pinerolo, Torino, sono 36 anni che vado negli stessi posti, se tolgo gli amici, tipo che ne so, Tintu dell'Italia o Tati dei Murazzi, gli altri gestori dopo 36 anni ancora mi guardano come un marziano, e quando ho fortuna, se c'è il sole e tutto il resto, ogni tanto sai cosa mi dicono?
Ciau.
Così mi dicono, quando mi va di lusso. Ciau.
Posti che magari uno ci va anche tutti i giorni da una vita.
Qua in questo bar arrivano i gestori, che sono tre o quattro gestori che servono anche e fanno tutto, arrivano baciano tutti. Baciano tutti i clienti. A me, che non si fidano ancora molto, e neppure io, ci diamo la mano, ci chiediamo come va, cosa abbiamo fatto di bello ieri, ci diamo delle pacche sulle spalle.
Che se uno va in un posto, ci passa del tempo, vive comunque dei momenti insieme ad altri, in un contesto ben preciso. Ci sono delle sedie, dei tavoli, dei muri, delle musiche, delle cose da bere, ci sono delle persone, dei discorsi. E uno il suo posto un po' se lo sceglie. Insomma uno ha anche l'impressione di essere un po' parte del bar, della piazza, della città. Del Belgio. Uno alla fine dopo pochi mesi si sente anche un po' belga.

Pomaretto, Pinerolo, Torino, Ciau mi dicono. Quando va di lusso.
C'ho questa sensazione qui in Italia delle volte, quando entro in un posto, metti anche magari che ci entro per la ventesima volta in un mese, c'ho questa sensazione qui io entro in un posto mi sembra di essere un portafoglio, anziché una persona.
Due settimane fa a Pinerolo c'era la festa dell'artigianato, che a Pinerolo è la festa più importante dell'anno, c'era gente ovunque, non ci si muoveva, poi quella sera lì suonavano anche gli Africa Unite gratis in piazza, ho suonato qualche pezzo come ai vecchi tempi, poi dopo il concerto siamo andati in una birreria, Due piccole, abbiamo chiesto io e Andrea Pollone.
Ecco, quella volta lì ad esempio, non solo mi è sembrato di essere un portafoglio, mi è sembrato pure di rompere i coglioni.
Un portafoglio, ma che però rompe pure i coglioni.
Adesso sono qua a Bruxelles, in un locale che conosco appena, io non mi sono mai sentito né un portafoglio, né un rompicoglioni.
Ecco volevo dire solo questo.

martedì 4 settembre 2012

Il Pulcino Pio, il cretino pio

Giuro di prendermi la responsabilità, tutta la responsabilità, nient'altro che la responsabilità.

Volete sapere se mi vergogno?
Sì. Tantissimo.




In radio c'è un cretino, in radio c'è un cretino
e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio...

In radio c'è una cretina, in radio c'è una cretina

e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio... 

In radio c'è anche un piciu, in radio c'è anche un piciu

e il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è un bocchino, in radio c'è un bocchino

e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò

e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è un coglione, in radio c'è un coglione

e il coglione tru e il bocchino glu glu glu e il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...

In radio c'è anche un cazzo, in radio c'è anche un cazzo

e il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è anche un infame, in radio c'è anche un infame

e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è una troia, in radio c'è una troia

e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...

In radio c'è un pisello, in radio c'è un pisello

e il pisello bee e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è una vacca, in radio c'è una vacca

e la vacca moo, il pisello bee e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è anche un culo, in radio c'è anche un culo

e il culo muu e la vacca moo il pisello bee e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è un salvatore, in radio c'è un salvatore

e il salvatore bruum, il salvatore bruum, il salvatore bruum

e il cretino…..(squeck) .....oh oh.....

domenica 2 settembre 2012

Il cretino pio

In radio c'è un cretino, in radio c'è un cretino
e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio...

In radio c'è una cretina, in radio c'è una cretina

e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio, e il cretino pio... 

In radio c'è anche un piciu, in radio c'è anche un piciu

e il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è un bocchino, in radio c'è un bocchino

e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò

e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è un coglione, in radio c'è un coglione

e il coglione tru e il bocchino glu glu glu e il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...

In radio c'è anche un cazzo, in radio c'è anche un cazzo

e il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è anche un infame, in radio c'è anche un infame

e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è una troia, in radio c'è una troia

e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...

In radio c'è un pisello, in radio c'è un pisello

e il pisello bee e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è una vacca, in radio c'è una vacca

e la vacca moo, il pisello bee e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è anche un culo, in radio c'è anche un culo

e il culo muu e la vacca moo il pisello bee e la troia meee e l'infame bau bau, il cazzo miao, il coglione tru e il bocchino glu glu glu, il piciu corococò e la cretina cò
e il cretino pio, e il cretino pio...
In radio c'è un salvatore, in radio c'è un salvatore

e il salvatore bruum, il salvatore bruum, il salvatore bruum

e il cretino…..(squeck) .....oh oh.....

venerdì 31 agosto 2012

mercoledì 8 agosto 2012

martedì 10 luglio 2012

Mi ricordo nel 2001

Mi ricordo nel 2001, avevamo registrato "Anomalie domestiche" della WAH Companion, era stato un parto.
Le grafiche le aveva fatte un mio amico, che è ancora mio amico adesso, si chiama Mauro Simolo.
Avevamo passato interi pomeriggi e intere notti a fare questo booklet del CD della WAH Companion cercando i font giusti, assemblando un intero progetto fotografico, applicando filtri.
Questo in tempi in cui usare Photoshop non dico fosse strano, ma neppure proprio all'ordine del giorno come oggi.
Alla fine andava tutto bene, facciamo la prova di stampa funzionava tutto.

Saranno state le tre di notte, dovevamo consegnare il giorno dopo, dovevo portare i files allo stampatore, che mica si usava fare l'upload, che si andava ancora a 46kbps, figurati fare l'upload di dieci pagine di booklet alta risoluzione, non si usava mica.
Allora alla fine era tutto a posto, ritagliamo l'ultima prova di stampa, la pieghiamo, la infiliamo nel jewel case, che come ci insegna Wikipedia il jewel case "è l'involucro standard più diffuso per i compact disc, sin dal loro esordio sul mercato", la infiliamo nel jewel case, lo guardiamo, era stupendo.

"Fatta?", gli chiedo.
"Fatta", mi risponde Mauro.
Allora poi lui salva i file, me li mette su CD, spegne il computer, che spegnere un computer con Photoshop nel 2001 ci volevano dodici tredici minuti solo per spegnerlo, in quei dodici tredici minuti lui tira giù le serrande dell'ufficio, svuota il cestino della carta, fa la pipì, delle cose così insomma.
Io avevo il CD in mano, mi sembrava bellissimo, lo guardavo e riguardavo, a un certo punto guardo il dorso, c'era scritto "WAH Comapnion".
Così c'era scritto, "WAH Comapnion"


sabato 7 luglio 2012

Il sesso spiegato ai carabinieri

Io non lo so perché, ma questa mattina mi sono svegliato, a colazione mi è venuto in mente un ricordo ben preciso.
Che poi, colazione, colazione è un'altra cosa. Colazione è quando ti siedi c'è della frutta, dei cereali, del latte, del tè, del caffè, dei toast, del pane, del burro, della marmellata, della torta, dei biscotti, ecco, quella lì è una colazione, oggi ero in piedi in mutande e maglietta a mangiare dei grissini intinti nel miele.
Ad ogni modo ero lì in mutande che mangiavo un grissino intinto nel miele, mi è venuta in mente quella volta di cento anni fa che ero andato a trovare la mia fidanzata. Che cento anni fa la mia fidanzata non era la stessa fidanzata di adesso, infatti sono anche un po' imbarazzo, parlare delle mie ex fidanzate, che il mio blog mi sa che il papà della mia fidanzata di adesso, mi sa che il lui il mio blog lo legge, non è mica molto carina questa cosa che lui poi si ritrova a leggere delle cose che scrivo io sulle mi ex fidanzate, che lui è il papà della mia fidanzata di adesso. Però l'unica cosa che mi viene in mente a riguardo che potrei dire, citando una mia ex fidanzata, fortunatamente la stessa di cui stavo per parlare e non un'altra, che sarebbe stato ancora più brutto, a me l'unica cosa che mi viene da dire riguardo a questa cosa, che a me pare brutto che il papà della mia fidanzata di adesso possa leggere sul mio blog dei post che riguardano le mie fidanzate di prima, l'unica cosa che mi viene da dire è "Eh, oh."
Quindici righe, mi sono già perso.
Insomma una volta, cento anni fa ero andato a trovare la mia fidanzata, non so se avevo suonato io in un locale o se eravamo andati a sentire un concerto, eravamo in macchina, la sua, che io non ho la patente figurati la macchina, alla fine abbiamo bevuto qualcosa in questo locale, poi con la sua macchina dovevamo tornare a dormire a casa dei suoi. Casa dei suoi, i suoi era della gente un po' per bene, certe cose non si potevano fare dentro casa, allora certe faccende era meglio sbrigarle prima di rientrare. Invece casa mia, ad esempio, i miei sono sempre stati dei poco di buono si poteva fare tutto a casa tra delle lenzuola pulite, pensa un po' che poco di buono che erano i miei.
Allora usciamo dal locale, avevamo anche un po' bevuto, dovevamo fare un pezzo vicino all'autostrada, c'è presa una voglia che non si poteva capire, siamo finiti in una via piccolina senza luci che costeggiava l'autostrada, era una via sterrata c'era tutto buio. Poi a un certo punto la via girava a destra perché davanti c'era una rete che divideva da un'altra autostrada, o uno svincolo, o una statale, insomma non lo so, c'era una rete di quelle verdi a rombi. Allora noi c'era presa una voglia che non si poteva capire, siamo scesi dalla macchina, che a me già non piace la macchina di per sé, figurati fare delle cose in macchina, allora siamo scesi.

Adesso senza entrare troppo nei particolari che questo blog ha pochissimi lettori, tra quei pochissimi dimmi te se devono esserci anche i miei genitori e i genitori della mia fidanzata, senza entrare nei particolari, lei spegne la macchina, davanti a noi c'era la rete, cosa vuoi fare, abbiamo usato la rete. Lei guardava le macchine che passavano, io lavoravo.
Dopo un po' che lei guardava le macchine che passavano e io lavoravo, un po' il rumore dell'autostrada, un po' le birre, un po' che stavamo lavorando, non ci siamo accorti, a un certo punto prima era buio, dopo si accende un faro proprio su di noi.

Ora io non vorrei fare leva sull'aspetto erotico o morboso, vorrei fare leva sull'aspetto tragicomico. Ricapitoliamo, eravamo in una stradina buia, lei aggrappata alla rete che guardava le macchine, io dietro di lei con le chiappe al vento, e dietro le mie chiappe una macchina dei carabinieri che ci puntava il faro quello che hanno sul tetto, quello per le operazioni notturne, per le rapine, per i sequestri. Che io già sono bianco, figurati un faro puntato sulle chiappe, non erano due chiappe, erano due alogene.
Dopo un paio di secondi che io ero lì tutto illuminato, a quel punto non lavoravo più, mi ero messo in pausa, sono stato fermo immobile, come quegli animali che se li illumini per strada di notte anziché scappare rimangono pietrificati chissà cosa pensano, ecco, io ho fatto così.
La macchina fa ancora qualche metro, a un certo punto uno di questi scende dalla macchina e si avvicina, e lì ho capito che la tecnica dell'immobilità non avrebbe portato da nessuna parte e ci siamo ricomposti, per quanto possa ricomporsi davanti a un faro, nel tempo di cinque passi, uno che fino a un attimo prima stava lavorando.
Insomma arriva questo carabiniere, che noi fino a trenta secondi prima eravamo a lavorare aggrappati alla rete con le chiappe di fuori, arriva il carabiniere in controluce, quindi non arriva un carabiniere, arriva una sagoma di carabiniere, noi ancora tutti un po' scomposti, la sagoma arriva e ci fa:

"Cosa stavate facendo?"
Così ci ha chiesto, "Cosa stavate facendo?"




Ecco, il post è finito qua, se adesso anche voi volete partecipare al giochino e spiegare alla sagoma di carabiniere cosa stavamo facendo, prego, lo spazio è a vostra disposizione.

mercoledì 27 giugno 2012

La distinzione tra arte e patate

Questo post è difficilissimo da scrivere.
Uno perché non voglio attirarmi delle antipatie, due perché ho una fretta dell'ostia, e non è che posso stare a pensarci due ore oggi, a come scrivere questa cosa senza attirarmi delle antipatie.

Forse sapete, e se non lo sapete ve lo dico io adesso, che io sono italiano ma da qualche mese ormai abito in Belgio.
E forse sapete anche, e se non lo sapete ve lo dico io adesso pure questo, che io più o meno faccio delle cose che di solito fanno gli artisti. Non che io sia un artista, quelli sono degli esseri spregevoli, inconcludenti, disorganizzati, senza un euro in tasca, buoni a nulla perditempo, mangiapane a tradimento, no no, mica sono un artista, però insomma faccio delle cose da artista, suono, pubblico dei dischi, scrivo, c'è stato addirittura un tempo in cui dipingevo, mi occupo di cose così insomma, cose che in buona sostanza non servono a un cazzo.
Ecco, a me viene da pensare I colleghi della mia fidanzata, che abita in Belgio pure lei e quindi i suoi colleghi sono dei belgi, e non sono degli artisti, o meglio lo sono in un certo senso ma non fanno delle cose da artisti, insomma non sono degli esseri spregevoli, inconcludenti, disorganizzati, senza un euro in tasca, buoni a nulla perditempo, mangiapane a tradimento, insomma sono degli architetti, ecco loro, i colleghi della mia fidanzata, anche se non sono dei professionisti della musica sono sempre molto interessati, E dove suoni la prossima volta? mi chiedono, E quanto prendi a lezione? mi chiedono, E dove posso trovare i tuoi dischi? mi chiedono, e mi chiedono anche delle altre cose tutte di questo tipo qua.
Sempre lo stesso pensiero, quando vedo dei colleghi dell'amico che mi ha ospitato per dei mesi, Suoni? mi chiedono, allora ti mando mio figlio a lezione, oppure Suoni? mi chiedono, allora dovresti provare ad andare al Botanique che è molto bello.
Insomma tutte delle cose così che io le trovo molto belle ma non è che mi sembrino poi così speciali, al contrario, sono tutte delle cose che a me quando me le chiedono mi sembrano delle cose normalissime.
Poi in parallelo, mando la newsletter della mia etichetta Lady Lovely, che è l'etichetta con cui pubblico dei dischi di artisti italiani e stranieri, gli unici che si sono cancellati dalla mailing list l'ultima volta, l'ho visto dagli strumenti di analisi, sono due musicisti professionisti di Torino, la città in cui ho vissuto 35 anni.
Oltre a questo, poi devo prorpio andare, oltre a questo sono iscritto a un Gruppo su Facebook dove ci sono solo degli italiani a Bruxelles, che è un gruppo in cui si possono scambiare delle informazioni utili e delle curiosità, per tutti gli italiani che ora stanno a Bruxelles, così, per vedersi un po' e darsi un po' una mano.
Ad esempio su quel gruppo lì ho postato un video di Betzy, uno degli artisti della nostra etichetta, un video con una musica bellissima registrata a Bruxelles insieme a un musicista belga, ci siamo io e Betzy che camminiamo per le vie di Bruxelles, e di Bruges, e di Parigi, e beviamo delle birre, e suoniamo, Vediamo se riconoscete questi posi, ho chiesto, che siamo un'etichetta musicale indipendente italiana, ma facciamo anche delle cose in Belgio.
Non mi ha risposto nessuno.
Nessuno vuol dire nessuno, nemmeno uno.

C'è un Mi piace solo, uno solo, l'ha messo Giacomo Lariccia, che è un musicista italiano a Bruxelles da molti anni.
Allora, visto che il video durava solo un minuto, ed era pure bello, un po' devo ammetterlo, mi sono girati i coglioni.
Poi se hai pazienza e guardi meglio su quel Gruppo su Facebook dove ci sono solo degli italiani a Bruxelles, c'è una ragazza ha scritto, premettendo che il tema era "leggero" tra virgolette, ha scritto Qual'è il vostro parere sulle patatine fritte di Place Jourdan?
Ecco.
Lo sapete, quanti commenti ha quel post?
In quindici giorni eh, mica in due anni.
Volete saperlo?

Lo sapete quanti commenti ha un post sulle patatine fritte di Place Jourdan?
Novantacinque. 
Allora alla fine mi viene anche da pensare, Bruxelles o non Bruxelles, Siamo poi normali, noi italiani?


sabato 23 giugno 2012

Due pesi due misure - come fu che Betzy conquistò Parigi -


Ieri, che poi nel frattempo è diventato l'altro ieri, abbiamo suonato con Betzy a Parigi nella seguente formazione:
Fabio Cussigh Betzy: voce, chitarra acustica
Ru Catania, che sarei io: chitarra elettrica e cori
Raphael Dodemont: piano elettrico, glokenspiel e fischio dell'usignolo

Partivamo da Bruxelles, che avevamo fatto le prove a Bruxelles, io e Raphael siamo andati in macchina, guidava lui che io non ho la patente, figurati la macchina, Betzy ha preso un autobus la mattina presto, avevamo appuntamento direttamente sul posto del concerto a Parigi, anzi, vicino a Parigi.
Io e Raphael arriviamo sul posto, e con noi arriva subito un diluvio che io un diluvio così in tutta la mia vita l'avevo visto solo una o due volte, poi a un certo punto, anzi diciamo quale punto, ovvero un'ora dopo l'ora prevista per il soundcheck e Betzy non si era visto, a quel punto lì vedo sul telefono una sua chiamata, sua di Betzy, allora lo richiamo, e più o meno il tono della telefonata è stato il seguente:
(Betzy urla come una bestia)
Ma alloraaa!
Non è possibileee!
Questa mattina in quella stazione di merda di Schaerbeek non c'era nessunooo!
E poi ho chiamato un taxi non c'erano i taxiii!
E poi sono andato alla Gare du nord  e ho pestato una merda e non c'era nessuno in quell'altra stazione di merdaaa!
Sono arrivato a Parigi con un'ora emmezza di ritardo per questo autobus di merdaaa!
A Parigi c'era un casino pazzesco ho preso una metro di merda non ho manco magiatooo!
E poi sono arrivato qui con la metro numero tredici e non so neppure dove sonooo.
E ora sono qui in mezzo a una strada non so neppure dove sonooo!
E sono tutto bagnato fradicio sto camminando a bordo dell'autostrada e non c'è nessunooo!
E non so neppure dove sonooo!
E non so neppure dove sieteee!
E sono bagnato fradicio come una merdaaa!
E mandami le indicazioni che con questo iPhone di merda se non ho la connessione non posso aprire l'allegato con le indicazioniii!
E tu non avevi il navigatore perché ce l'avevo io e tu non me lo hai neppure chiesto perché tu non parli con me delle cose che ti servono e invece io avevo il navigatore e adesso non me ne faccio niente di un navigatore di merdaaa!
E non so neppure in quale stazione sono scesooo!
Ma non è possibileee!
Ma cosa devo fare, adesso mi sono rotto i coglioniii!
Adesso tu risolvi questa cosa, e qui c'è un bar di merda chiuso e io non mi muovo più che mi sono rotto i coglioni, l'hai capito che mi sono rotto i coglioniii?
E io sono, qui tutto bagnato, e non so dove andare e non so neppure dove sonooo!
E ho tutta la maglietta bagnataaa!
E ho tutti i pantaloni bagnatiii!
E però io questa sera devo cantareee!
E non è possibile un viaggio così, ma dove siamo, che sono in viaggio da questa mattina alle sei e ora sono qui, tutto bagnato su una strada da un'ora ammezza e non so neppure dove sonooo!
Allora dimmi dove devo andare, dimmi il numero di un taxi, venite a prendermi, dimmi qualcosa, dimmi cosa devo fare che io sono qui, tutto bagantooo!
E non è possibile una cosa cosììì!

Io gli dico Bon, stai calmo, adesso mando qualcuno a prenderti. Ho chiesto a qualcuno della produzione allora poi hanno mandato un runner.

Dopo un po' arriva Betzy tutto baganto, neppure poi troppo a dire il vero, insomma bagnato era bagnato ma temevo peggio, e nel frattempo si era sparsa la voce che questo Betzy, l'artista italiano arrivato dal Belgio, era per la strada a piedi sotto la pioggia.
Allora si avvicina subito subito l'assistente di produzione, nella fattispecie quello che in ricercato gergo concertistico si chiamerebbe una topa, si insomma una bella topa, come dice Leslie Nielsen in Una pallottola spuntata.
Una bellissima ragazza parigina vestita tutta di nero con una cartellina in mano e i capelli sciolti, il look di una rocker in serata elegante, si avvicina a Betzy, Je sui desolée, gli dice.
Betzy la guarda negli occhi per due secondi e poi spostando lo sguardo sull'orizzonte che si stava rasserenando risponde con voce calda ma sicura:
Naaah. Don't worry, I was in the army.

lunedì 4 giugno 2012

Il pessimo marketing dei rivoluzionari

Bruxelles.
Qualche mese fa, dopo avere accompagnato mia moglie al lavoro, mi sono imbattuto in una libreria rivoluzionaria. Chiusa.
In che senso, scusa, Libreria Rivoluzionaria?
Nel senso ho poi scoperto essere gestita proprio dal collettivo Aurora del Blocco Marxista Leninista di Bruxelles.
Sono rimasto lì fuori a pensare che era bellissima, e che avrei voluto tanto portarci mio padre, oltre a portarci me stesso. Non tanto per le pubblicazioni più ortodosse, ma per tutti quei libercoli vecchi, usati e curiosi come, che ne so, L'illustrazione comunista nei paesi fiamminghi 1934-36, oppure Atti del sesto convegno comunista all'interno della fabbrica di frangipane di Skropflerstauser, 14 aprile 1949.
Questi titoli me li sono inventati, ma avete capito, insomma.
Oltre a tutti questi affascinanti libercoli c'è una selezione di pubblicazioni contemporanee rivoluzionarie, soprattutto di stampo anarchico.
Niente, quella volta la libreria era chiusa, e mi sono detto Ricordati poi solo dov'è che ci torniamo.
Infatti poi sono passato altre cento volte in quella zona a cercarla e non l'ho mai più trovata, la libreria rivoluzionaria Aurora, che il mio cervello ogni tanto non è un cervello, è il classico campo da rugby vuoto di notte con tutte le luci accese e nessuno dentro, anzi si, uno col cappotto seduto sulle scalinate che pensa a tutta la sua vita, l'altro in pantaloncini corti che fa otto giri di campo di corsa, poi fa le scale su e giù due volte, poi altri otto giri di campo, poi ancora le scale, poi si accorge del tipo col cappotto, allora sempre correndo gli si avvicina, si ferma tutto sudato col fiatone e gli fa:
- Lei non dovrebbe essere qui.
Mi ha sentito? E' chiuso. Il campo è chiuso.
Quello col cappotto alza la testa e risponde:
- Come, scusi?
- Ho detto che il campo è chiuso.

E quindi nulla, la libreria non l'avevo più ritrovata, l'ho poi ritrovata la settimana scorsa per puro caso, Sbagliavo poi solo di un isolato, ho pensato.
Ad ogni modo era aperta.
Allora entro, Buongiorno, dico, Buongiorno, mi fa il tipo seduto a una scrivania e sommerso dalle carte e dai libercoli. In francese chiaramente.
Lì ho una sensazione fortissima, e penso Chissà se gli rompo i coglioni.
Posso aiutarvi, mi chiede, No grazie do un'occhiata, rispondo. In francese, chiaramente.
Allora giro, guardo i titoli, ce ne sono davvero di bellissimi, libri vecchi, libri nuovi, libri usati, cartoline, foto, manifesti, manoscritti, disegni, riviste satiriche, vale tutto purché sia rivoluzionario.
Non avevo ancora preso in mano neppure un libro, perché me lo sentivo io che gli stavo rompendo i coglioni, poi vedo un libercolo malconcio, piccolino, tipo Nascondere la verità - come USA e GB hanno manovrato l'opinione pubblica contro l'URSS selezionando e pubblicando i documenti ufficiali dei servizi segreti nazisti tra il 1939 e il 1948.
Questo titolo invece non me lo sono inventato, non era proprio così ma il senso era questo.
Bellissimo, penso, lo regalo a mio padre, e comincio a sfogliarlo. In buona sostanza questo libercolo spiega di come USA e GB avessero richiesto all'URSS di firmare una pubblicazione sul materiale nazista, senza permettere però che una commissione sovietica facesse anch'essa parte del comitato scientifico. Ovvero, gli USA avrebbero scelto, selezionato, tagliato a piacimento cosa pubblicare e cosa no dei comunicati nazisti, chiedendo all'impero sovietico di mettere la firma sulla pubblicazione senza prendere parte alla sua redazione. Chiaramente i sovietici rifiutarono, chiaramente gli americani pubblicarono materiale screditante nei confronti dello stato comunista, e chiaramente quest'ultimo uscì con questa contro-inchiesta, rispolverando tutti quei documenti ufficiali nazisti che gli americani avevano insabbiato, tagliato, eluso, censurato, insomma non pubblicato.
Come ad esempio quella volta che...
- Ce n'est pas une bibliothèque.
- Pardon? Faccio io, che avevo capito benissimo
- Ce n'est pas une bibliotheque!!!!
- Oui, pardon, escususez-moi.

Allora poso il mio libro, Sei proprio un bigotto, penso io, e adesso ti frego.
Vado verso la vetrina, c'erano dei libri che si potevano vedere solo da fuori, poco e male, ma io uno che mi interessava l'avevo visto, anche se da dentro non si vedeva, bisognava sapere cosa chiedere, ecco.
E allora adesso ti faccio vedere che sei un cretino, che i clienti li devi sapere trattare bene, e che non è che se uno non si presenta con la parola d'ordine vuol dire che non capisce un cazzo.
Allora vado lì, lo guardo, e con indifferenza gli faccio, in francese, chiaramente:
- Mi fa vedere il libro su Durruti?
- Pardon? Mi fa lui
- Il libro su Buenaventura Durruti, me lo fa vedere o no?
E lì cambia tutto. Il libraio si alza, mi guarda con gli occhi scintillanti e immensa stima, Ma certo, glielo prendo subito, ecco a lei, è appena uscito. Mi riconosce come uno del branco, so chi era Durruti.
Che poi io di Durruti non è che sappia molto, anzi so fra il poco e il niente, ma intanto ti ho fregato, pirla, che non devi giudicare la gente dallo zainetto.
Alla fine gli dico Bello questo libro, peccato che io non abbia soldi, forse tornerò. Che era, oltretutto, l'assoluta verità.

Tutto questo per dire cosa? Anche se mi fa male, anzi mi fa malissimo, a voler bestemmiare potrei dire che in quanto a marketing, buona educazione e proselitismo, questi e molti altri dovrebbero prendere lezioni da Casa Pound.
E fatela circolare la cultura e le idee, cazzo, siamo nel 2012!
Se sbatti fuori dal negozio uno che si legge tre pagine di Nascondere la verità - come USA e GB hanno manovrato l'opinione pubblica contro l'URSS selezionando e pubblicando i documenti ufficiali dei servizi segreti nazisti tra il 1939 e il 1948, se lo sbatti fuori, allora qual'è il senso di una libreria rivoluzionaria?
Che cosa volete rivoluzionare?
Maledetti bolscevichi.

mercoledì 16 maggio 2012

Viva Vermi #3

Ho appena letto sulla newsletter della SIAE che a partire dal 2012 la rivista Vivaverdi non sarà più stampata in versione cartacea, ma sarà disponibile per la consultazione e il download nella sezione "Edicola" del sito.
Ah.
Mannaggia.
E quindi adesso se uno deve pulire le acciughe come fa?

giovedì 12 gennaio 2012

Facebook: chi mi ama mi segua. Per gli altri c'è la carta igienica.


Su Facebook, come Ruggero Catania, ho 1496 amici.
Di questi, a soli 39 "Piace" Lady Lovely, l'etichetta con cui pubblico i dischi in cui suono e/o i dischi che mi garbano.
Ne deduco che le altre 1457 persone siano convinte che io faccia musica di merda, oppure non sono miei amici, tanto da non sapere neppure cosa faccio nella vita.
Fermo restando che nessuno è obbligato ad ascoltare la mia musica per essermi amico, facciamo due calcoli.
Come persona, ho 1496 amici su Facebook, di cui soltanto a 39 piace la principale attività che svolgo.
In tutto, le persone che apprezzano l'etichetta Lady Lovely su Facebook sono 681. Di cui 39, sono miei amici, che sono il 5,7%.
Girando il calcolo al contrario,  di 681 persone che apprezzano Lady Lovely su Facebook, 642 persone non sono amiche mie. Mi viene da dire, spulciando velocemente, che non le conosco affatto. Parlando in percentuale, il 94,3% delle persone che segue la mia etichetta, non sa neppure chi io sia, né tantomeno posso sapere io chi siano loro.
Il che, se l'etichetta avesse 250mila fans, sarebbe anche logico. Ma ne ha soltanto 681.
Questo da un  lato mi rende fiero, perché significa che la stragrande maggioranza delle persone che segue la mia etichetta, non lo fa per amicizia, ruffianeria o compassione, ma lo fa perché apprezza i gruppi che pubblichiamo e le scelte che facciamo (al plurale si, che al di là del concetto del post, nell'etichetta non ci sono solo io per fortuna).
Questo è un bene.
Però mi vene da dire,  Per quale motivo uno non può mai essere profeta in patria?
Insomma, io ho 1496 amici, e a 1457 non gliene frega un beneamato cazzo di quello che faccio.
Mentre altre 642, senza conoscermi, hanno deciso di seguire l'etichetta e farsi bombardare la bacheca con aggiornamenti sulle nostre band.
Sapete quanti brani Lady Lovely sono stati scaricati gratuitamente tra il 26 e il 31 dicembre, quando abbiamo "liberalizzato" l'intero catalogo per le vacanze?
1808.
Mille-ottocento-otto brani scaricati gratuitamente in sei giorni. Fa più di 300 download al giorno.
Ne deduco ancora che proprio inutili e noiosi non siamo, e che la musica che pubblichiamo non dispiace affatto.
Evidentemente ho 1457 amici a cui questa cosa non interessa.

Ora, io non dico che tutti i miei amici debbano seguire la mia etichetta. Questo no.
Ma che su 1496, qualcuno di più di questi 39 soggetti possa apprezzare le mie pagine, anziché aumentare le visualizzazioni di "Questo pomodoro avrà più fan di Silvio Berlusconi", questo non solo lo auspico, lo pretendo.
Dopo questo sfogo, un drastico calo delle miei personali amicizie sarà molto ben accetto.
Meno amici, meno eventi da ignorare.

martedì 13 settembre 2011

Io capisco tutto


Come scusa, non ho capito.
Se li sposto nel Cestino... no, spè.
O li sposto nella cartella iTunes Media, e allora tu li sposti nel Cestino...
Ah no.
No no no, ho capito!
Se li lascio dove sono, non so neppure dove sono, se li sposto nel Cestino, allora vuol dire che sono nella cartella iTunes Media.
Ah no, ecco!
Io li sposto nel Cestino, ma se non sono nella cartella iTunes Media, allora tu non puoi spostarli nel Cestino.
No no, ma ho capito, vè.
Però allora che cazzo mi chiedi?

martedì 19 luglio 2011

indovina indovinello sul G8 di Genova

La foto che segue e relativa didascalia, sono estratte dallo speciale sul G8 di Genova 2001 del Corriere Della Sera di oggi.
Provate a fare mente locale e a dire chi, tra questi eleganti pezzi di merda sorridenti in giacca e cravatta nella foto, ricopre ancora la stessa poltrona, dopo dieci anni esatti.
Potete anche farvi aiutare da Wikipedia, se avete dei dubbi.



20 Luglio 2001-22 Luglio 2001. Il Palazzo Ducale di Genova ospita il summit del G8, con capi di Stato e di governo degli otto Paesi maggiormente industrializzati. Sono presenti (nella foto da sinistra) il premier giapponese Junichiro Koizumi, il premier britannico Tony Blair, il presidente americano George W. Bush, il presidente francese Jacques Chirac, il premier italiano Silvio Berlusconi, il presidente russo Vladimir Putin, il premier canadese Jean Chretien, il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, il premier belga Guy Verhofstadt e il presidente della Commissione Europea Romano Prodi (Ansa/Epa)

giovedì 30 giugno 2011

la terribile svolta skypiana

allora, signori, benvenuti al brainstorming per la nuova release di Skype 5.0
cominciamo.
chi vuole cominciare?


- beh innanzitutto dovrebbe essere più brutto. molto più brutto. e in controtendenza. quindi se tutti stanno andando verso il minimalismo imposto da Apple, noi facciamo una bella interfaccia grossolana e volgare, in perfetto stile Windows, coi colori di Windows e le curve di Windows. e li fottiamo!

bene. altro.

- io pensavo... la gente è ormai abituata a Skype. sa come fare a chiamare, a scambiare i files, a cercare i contatti. cambiamo tutto. la noia è una brutta bestia, mettiamo l'utente in condizioni di dover capire tutto dall'inizio, così crederà di avere un software nuovo di zecca.

perfetto. ...e? che altro?

- confondiamo le idee.
facciamo un tasto sopra la chat che si chiama Aggiungi Contatto.
e da lì uno aggiunge un contatto alla chat, però.
se uno vuole aggiungere un contatto in rubrica, invece facciamo che deve andare a schiacciare dove c'è il disegnino del segno più, si apre un menù a tendina, e deve scegliere "Aggiungi Contatto", con la stessa identica dicitura, così non ci capirà più un cazzo.
e oltretutto, due piccioni con una fava, siccome capita spesso di dover cercare nuovi utenti da un indirizzo mail o da un nome, tutti cliccheranno sempre su Aggiungi Contatto scritto bene in vista, e invece.... aggiungeranno senza volerlo un contatto pre-esistente ad una conversazioen già avvitata.

eccellente! altre idee?

- beh. forse dico una banalità ma... dovrebbe impallarsi. dovrebbe andare in crash sempre, in continuazione. tutte le versioni che abbiamo fatto fino ad ora sono andate da dio. creiamo qualche crash da bug, e sviluppiamo un servizio di assistenza che risponde a un form automatico tipo "esplicitare i passaggi per ricreare il malfunzionamento". insomma: basta con la stabilità.


signori. sono fiero di voi.
Mr. Viber non andrà da nessuna parte. cominciamo i lavori oggi stesso.

lunedì 28 febbraio 2011

Torino e il nuovo che avanza. inarrestabile.

o che figata, Fassino!
allegria! adesso vado da Platti a comprare le paste per festeggiare.
eh sì.
proprio.
c'è proprio da festeggiare, vado da Platti a comprare le paste.
in fondo Fassino è in politica da soli quarantadue anni, cosa vuoi che siano, quarantadue anni?
quarantadue.
anni.

...e cos'è, avrei preferito proporre a sindaco l'altro, quello giovane, quello che viene dalla Democrazia Cristiana?
come fa uno giovane a venire dalla Democrazia Cristiana?
non si sa.
comunque no, non avrei preferito quello giovane che viene dalla Democrazia Cristiana.

e quindi?
e quindi allegria, Torino, vado da Platti a comprare le paste.

quarantadue.
solo questo dico.
quarantadue.
anni.

giovedì 10 febbraio 2011

Carta Montana dei diritti e dei doveri

Art. 421

E' compito di ogni cittadino, in momenti di forte tensione sociale nel Paese e di difficoltà delle maggiori cariche dello Stato, favorire un clima di distensione e collaborazione.

(Carta Montana dei diritti e dei doveri, Pomaretto, 1976)