bisogna risolvere la questione del mio scrittore preferito.
è un’ossessione ormai. nell’arco di una giornata, son più le volte che penso al mio scrittore preferito delle le volte che penso alla mia fidanzata.
siccome al momento non ho una fidanzata, non è poi neppure così difficile.
oppure ce l’ho, una fidanzata?
io non lo so se ce l’ho una fidanzata, per la prima volta in vita mia non lo so, di solito ce le ho sempre avute, le fidanzate. pieno di fidanzate. adesso non so mica. forse sì. forse no.
comunque.
questa questione del mio scrittore preferito bisogna proprio risolverla.
perchè io me ne accorgo, di scrivere in maniera simile a come scrive lui.
lui scrive meglio ma vorrei ben vedere, io sono un musicista, lui è uno scrittore.
se facciamo una gara di assoli di Van Halen vinco io, almeno credo, dovrei ripassare un po’, se facciamo una gara di scrittura vince lui, sono sicuro.
e dire la verità gli assoli di Van Halen non li ho mai saputi, so solo il pezzo in tapping di Eruption, è da vent’anni che so solo quello. no. no non è vero, sapevo anche l’assolo della videocassetta del concerto Right Here Right Now,mi pare si chiamasse così, che c’è quella parte col delay in cui Van Halen suona solo i legati con la sinistra, hammer-on si chiamano quei legati lì, e con la destra usa la manopola del volume che fa effetto violino, è tutto un grande arpeggione di accordi maggiori, mi pare. poi finiva con una parte di armonici artificiali, sapevo pure quella.
comunque.
prima ho chiamato la mia assistente, che adesso qui in Lady Lovely abbiamo pure un’assistente, le ho detto Sai che avevo scritto al mio scrittore preferito se si poteva fare parte di quella rivista letteraria lì in cui bazzica lui? bene mi ha risposto, mi ha dato l’indirizzo a cui spedire le cose. non vuol dire niente, ma è sempre un inizio.
lei mi fa, la mia assistente, Se vuoi ti aiuto a scegliere i racconti e ti faccio un po’ da editor, che sono un editor furbetto io, bisogna essere furbetti a scegliere le cose.
a parte che furbetto è diminutivo di furbo, quindi tra le righe la mia assistente mi ha poi detto che io non sono furbo, a casa mia il contrario di furbo è cretino, in buona sostanza la mia assistente mi ha poi dato del cretino, ma non stiamo qui a sindacare.
poi mi dice Però bisogna risolverla questa cosa dello stile, tu devi crearti uno stile più personale, che così come scrivi, se uno ti legge non può che pensare al tuo scrittore preferito, e non è bello. intendeva dire non che non è bello il mio scrittore preferito, intendeva dire che non è bello che leggendo me venga in mente un altro, dovrei venire in mente io, leggendo me.
io le ho detto Ti racconto una cosa, se non te l’ho già raccontata, se te l’ho già raccontata pace.
come il mio professore di filosofia al liceo che quando voleva dirci qualcosa cominciava sempre così Vel’ho detto? Non ve l’ho detto?
solo che non diceva mai cosa, ci siamo sempre chiesti come facevamo a sapere se ce lo aveva già detto o se non ce lo aveva ancora detto.
Vel’ho detto? Non Ve l’ho detto?
beh insomma.
io quando scrivo non copio mica lui. mica cerco di scrivere come lui.
lui il mio scrittore preferito dico, non il mio professore dei filosofia del liceo.
io scrivo come mi viene. e da quando ho scoperto lui mi son detto Guarda qua, guarda questo che finalmente fa esattamente quello che ti piace, quel ti verrebbe da fare a te, se fossi capace, quello che insegui da quindici anni, anche venti.
allora io l’unica cosa che posso dire a mia discolpa, che anche io uso tutte queste ripetizioni, e tutte queste strutture che fanno il girotondo, e che mi ficco in un discorso dentro l’altro che sembra che non ne esco poi infatti a volte non ne esco, io tutte quelle cose lì, con meno consapevolezza di adesso, cioè nessuna consapevolezza, le facevo già al liceo. non me le sono inventate adesso.
e mi ricordo che le mia professoressa di italiano mi diceva, al liceo, Tu scrivi in musica.
Come sarebbe, le dicevo, Scrivo in musica.
e lei mi diceva Si vede che fai musica, anche quando scrivi fai musica, e io dicevo Ah si? e perchè si vede?
mi diceva Perchè ripeti sempre le stesse cose, che però non sono delle ripetizioni, sono come dei ritornelli, come dei ritornelli nelle canzoni.
Tu non scrivi dei temi, mi diceva, Scrivi delle canzoni ci metti dei ritornelli.
alla fine ho detto alla mia assistente Vedi come è piccolo il mondo, questa professoressa l’ho ritrovata su Facebook da poco, le ho chiesto cosa ne pensava dei miei racconti mi ha detto Se pubblichi te lo faccio io, l’editing. Gratis, ha aggiunto.
oggi è domenica, venerdì ho scoperto di essere sotto in banca, quindi quella parola lì Gratis, che solitamente la trovo brutta, invece oggi che è domenica mi sembra bellissima. senti come suona bene. Gratis.
vicino a Editing, poi. Editing Gratis. suona benissimo. vanno a braccetto.
ecco.
quindi non è che me lo sono inventato adesso.
quando facevo il liceo il mio scrittore preferito era ancora lì a studiare Chlebnikov, non pubblicava mica. credo. non lo so, dovrei controllare non ho voglia. no forse ho detto una puttanata. chi lo sa.
comunque sempre ammesso che sia vera anche tutta quella storia di Chlebnikov, ma secondo me è vera.
io Chlebnikov non sapevo neppure chi fosse, l’ho dovuto guardare su Google. una vergogna.
poi mi è venuto in mente che c’era una mia fidanzata al liceo, si chiamava E., non era nella mia classe ma aveva anche lei quella stessa professoressa di italiano, ecco lei ha poi studiato letteratura russa, lei sicuramente qualcosa ne sa, di Chlebnikov. e per lei scrissi uno dei miei primi racconti, credo si chiamasse La bicicletta rossa, eravamo al liceo, appunto.
vedi com’è tutto un trigo?
ho controllato, Trigo non è italiano, è piemontese, vuol dire intrigo.
come ultima cosa mi viene da pensare che spesso mi dicono che nei testi delle mie canzoni ci sono troppe parole, che secondo me non è vero, però me lo dicono. mi dicono che son troppo lunghi, che sembran dei temi, che secondo me non è vero però me lo dicono. e secondo me non era neanche vero che i miei temi sembravano delle canzoni, però me lo dicevano.
allora mi viene da pensare Ma se scrivo dei temi che sembrano delle canzoni e delle canzoni che sembrano dei temi,sarà mica per quello che io venerdì sono andato sotto in banca?
8 commenti:
"poi mi è venuto in mente che c’era una mia fidanzata al liceo, si chiamava E., non era nella mia classe ma aveva anche lei quella stessa professoressa di italiano, ecco lei ha poi studiato letteratura russa, lei sicuramente qualcosa ne sa, di Chlebnikov. e per lei scrissi uno dei miei primi racconti [...]" he he.
è inutile che ridi, comincia con la lettera E, non sei tu, d'Emetrio.
comunque questo si, forse è un post presuntuoso, l'altro non mi pareva così tanto.
se volete ridirmelo, lo accetto. fate bene.
Ecco così mi spezzi il cuore....
Se diminuisci il riverbero, migliora.
BISOGNA RISOLVERE LE QUESTIONI,qui si dice.
La mia questione è ben diversa ma pur sempre grave:The o Tisana?
Mi siedo davanti al pc,clikko su preferiti,scelgo Veleno e Anice e guardo i titoli. Sleggiucchio qua e la e poi mi metto d'impegno a leggere le 'questioni' di questo Scritt-musicofilo che ci parla delle sue morose,ex,attuali e non ci si capisce piu'.Alla fine mi metto d'impegno,scelgo un post e len-ta-men-te lo leggo...lo assaporo ad ogni capitoletto,frase o minkiata che sia ma.....c'e' sempre un ma in ogni opera d'arte...ad un certo punto mi rendo conto che non capisco piu' nulla. Penso di non essere proprio cosi' gallina a leggere e di mettermi d'impegno,ma questo scrittore usa le parole come il plettro...in modo cosi' ARTISTICO che fa venir mal di testa e cosi'...The o Tisana per riprendere fiato e cercar di capire che a scritto?
Ognuno ha il suo dilemma
Ognuno ha il suo scrittore- blogghista preferito...
Il mio è Ru e mi fa venire un gran mal di testa.
TT
Ciao, sono E., la biciletta rossa era, ed è ancora, mia...
mi hanno detto che si parlava di me e in un impeto di protagonismo ho deciso di apparire...
...Ermenegilda, sei tu??
dio quanto tempo è passato, mi fa davvero piacere leggerti qui sulle nostre pagine.
fatti viva ogni tanto, che come dice un vecchio verso di Mao (quello di Torino)
"Perfettamente inutile chiamati non rispondi mai"
certo che sono io, che domande...
bella la citazione di Mao, ti si adatta alla perfezione...ma forse hai ragione, forse è che ho cambiato numero.
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